Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
01
ottobre 2009
fino al 3.X.2009 Pietro Fortuna / Stefano Bonacci Sarzana (sp), Cardelli & Fontana
genova
Gufi come professori sono intenti a spiegare un progetto architettonico. E incontrano mondi virtuali e vortici ipnotici. Difficile dire chi, fra i due artisti, usi un linguaggio più vicino agli universi paralleli in cui viviamo...
Li accomuna il modo di lavorare, con
declinazioni diverse ma equidistanti da risultati concettuali. Tanto Fortuna
quanto
Bonacci voglion restare al di qua della produzione del significato. È
piuttosto il significante, l’oggetto in sé che è chiamato a comunicare
direttamente e con una semplicità quasi ipnotica.
Per Pietro Fortuna (Padova, 1950; vive a
Roma) la creazione diventa “atteggiamento umile”, come dice egli
stesso, con cui produrre oggetti che vivono nella “gloria dell’inessenziale”. L’arte dev’essere
improduttiva e l’opera parlare da sola. Da qui la sospensione del tempo
attraverso l’assenza di profondità. Spinte sull’orlo di uno sfondo piatto,
l’artista vuole “consegnare le parole alle cose”. Fortuna si può così
definire “artista classico”, in quanto nel contingente trova modelli
assoluti, senza tuttavia astrarli dalla fisicità.
La ricerca di Stefano Bonacci (Perugia, 1971) può dirsi altrettanto
classica, perché i suoi risultati evocano, in senso assoluto, il moto armonico
della vita. L’indagine dei rapporti fra geometria e natura si contamina con
l’insegnamento di Arti multimediali all’Accademia di Perugia e la realtà
virtuale suggerisce altre forme (di vita) possibili.
Fortuna usa un linguaggio debitore della
filosofia e della preghiera: pensiero e ritualità producono oggetti nei quali
il processo mentale creativo svanisce nel momento in cui una sintesi si attua
nell’opera. Nei lavori esposti, Bonacci parte invece dall’oggetto come per
scomporlo in un’analisi al microscopio, alla ricerca di formule matematiche.
Per queste affinità che accomunano due
espressioni diametralmente opposte, la Galleria Cardelli & Fontana presenta
insieme il lavoro di questi artisti, distanti sia per età che per poetica. Dialogo
#1 è
infatti il titolo della mostra, che ha inaugurato la nuova stagione della
galleria ligure e che corona la VI edizione del Festival della Mente di Sarzana.
Per la prima volta la galleria presenta una
mostra strutturata come un dialogo, in cui l’interazione non è mai fusione. Si
tratta di una doppia personale ospitata in due ambienti differenti della
galleria, ove i linguaggi si confrontano, ma solo attraverso la libera
interpretazione di chi li ascolta.
Il discorso tra Fortuna e Bonacci è fatto di
forti contrasti. Il primo colpisce per la comunicazione esclusivamente
empatica: non si può comprendere se non sentendosi inspiegabilmente appagati,
come davanti a qualcosa di familiare. Così per l’opera del secondo, che
scompone e indaga la vita nei gradi minimi e ce la mostra semplice e complessa,
come la struttura di una molecola.
Nessuno dei due rinuncia a lasciare totale
libertà al rapporto tra oggetti e persone. Convinti che l’artista sia solo un
tramite con cui far parlare le cose.
declinazioni diverse ma equidistanti da risultati concettuali. Tanto Fortuna
quanto
Bonacci voglion restare al di qua della produzione del significato. È
piuttosto il significante, l’oggetto in sé che è chiamato a comunicare
direttamente e con una semplicità quasi ipnotica.
Per Pietro Fortuna (Padova, 1950; vive a
Roma) la creazione diventa “atteggiamento umile”, come dice egli
stesso, con cui produrre oggetti che vivono nella “gloria dell’inessenziale”. L’arte dev’essere
improduttiva e l’opera parlare da sola. Da qui la sospensione del tempo
attraverso l’assenza di profondità. Spinte sull’orlo di uno sfondo piatto,
l’artista vuole “consegnare le parole alle cose”. Fortuna si può così
definire “artista classico”, in quanto nel contingente trova modelli
assoluti, senza tuttavia astrarli dalla fisicità.
La ricerca di Stefano Bonacci (Perugia, 1971) può dirsi altrettanto
classica, perché i suoi risultati evocano, in senso assoluto, il moto armonico
della vita. L’indagine dei rapporti fra geometria e natura si contamina con
l’insegnamento di Arti multimediali all’Accademia di Perugia e la realtà
virtuale suggerisce altre forme (di vita) possibili.
Fortuna usa un linguaggio debitore della
filosofia e della preghiera: pensiero e ritualità producono oggetti nei quali
il processo mentale creativo svanisce nel momento in cui una sintesi si attua
nell’opera. Nei lavori esposti, Bonacci parte invece dall’oggetto come per
scomporlo in un’analisi al microscopio, alla ricerca di formule matematiche.
Per queste affinità che accomunano due
espressioni diametralmente opposte, la Galleria Cardelli & Fontana presenta
insieme il lavoro di questi artisti, distanti sia per età che per poetica. Dialogo
#1 è
infatti il titolo della mostra, che ha inaugurato la nuova stagione della
galleria ligure e che corona la VI edizione del Festival della Mente di Sarzana.
Per la prima volta la galleria presenta una
mostra strutturata come un dialogo, in cui l’interazione non è mai fusione. Si
tratta di una doppia personale ospitata in due ambienti differenti della
galleria, ove i linguaggi si confrontano, ma solo attraverso la libera
interpretazione di chi li ascolta.
Il discorso tra Fortuna e Bonacci è fatto di
forti contrasti. Il primo colpisce per la comunicazione esclusivamente
empatica: non si può comprendere se non sentendosi inspiegabilmente appagati,
come davanti a qualcosa di familiare. Così per l’opera del secondo, che
scompone e indaga la vita nei gradi minimi e ce la mostra semplice e complessa,
come la struttura di una molecola.
Nessuno dei due rinuncia a lasciare totale
libertà al rapporto tra oggetti e persone. Convinti che l’artista sia solo un
tramite con cui far parlare le cose.
articoli correlati
Fortuna a Roma
Bonacci alla
Quadriennale
federica forti
mostra visitata il 31 agosto 2009
dal 31 agosto al 3 ottobre 2009
Dialogo #1 – Stefano Bonacci / Pietro
Fortuna
Galleria Cardelli & Fontana Arte Contemporanea
Via Torrione Stella Nord, 5 – 19038 Sarzana (SP)
Orario: da lunedì pomeriggio a sabato ore 9.30-12.30 e
17-19.30
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0187626374; galleria@cardelliefontana.com; www.cardelliefontana.com
[exibart]