Appena festeggiati i vent’anni trascorsi dalla prima mostra, il Museo d’Arte Contemporanea di Genova afferma ancora una volta la propria identità di cantiere di sperimentazione dei linguaggi contemporanei, con un ciclo di quattro piccole mostre. Piccole perché di breve durata, e perché estremamente limitate nello spazio: un solo ambiente per ogni esposizione. Quindi quattro stanze, occupate in sequenza da altrettanti artisti presentati da critici italiani e stranieri.
Tuttavia, basta scorrere i nomi degli artisti scelti per capire che il cicclo 4ROOMS ha, di piccolo, solo lo spazio fisico: comincia infatti con Plamen Dejanoff (Sofia, Bulgaria 1970), seguito da Flavio Favelli con Prima sala d’aspetto e, dal 7 al 26 giugno, da Maurizio Bolognini con Macchine programmate, per concludersi poi con TsunamiStudebaker di Andrea Crosa dal 5 al 31 luglio.
La stanza di Dejanoff è interamente occupata da Collective Wishdreams of Upperclass Possibilities: Genova 2004 Bureau Liste, un’opera del 2002 presentata in occasione della fiera Liste di Basilea, scelta dalla galleria Pinksummer come lavoro simbolo per comunicare Genova 2004 e quindi acquisita dal museo.
Un ready made duchampiano contagiato dagli strumenti della comunicazione di massa dei nostri tempi, peraltro privo di objets trouvés perché tutto è -programmaticamente- acquistato dall’artista con i guadagni del suo lavoro.
Un allestimento colorato e irriverente, che restituisce un’immagine immediata del mondo di ipermerce che ci circonda. Feticci dell’economia del desiderio descritta da Carmagnola e Ferraresi, oggetti eterogenei sparsi come giocattoli sul pavimento della camera dei bambini. A comporre un ritratto insieme ludico e lucido nel riconoscere lo stretto, inestricabile legame tra artista e mercato.
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Collective Wishdream of Upperclass Possibilities: Plamen Dejanoff da Pinksummer
Buon compleanno, Villa Croce
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www.museigenova.it
valentina ottone caserta
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