La galleria Il Punto dedica da molti anni interessanti, coraggiose rassegne alla fiber art, un genere ancora sottovalutato, da alcuni superficialmente ritenuto ‘artigianale’ ed hobbistico. In realtà, le tecniche tessili sono fertili tramiti per coniugare creazione, medium ed azione secondo ormai consolidate tendenze espressive dell’arte del Novecento e contemporanea, dalla Bauhaus all’arte povera agli ultimi lavori di Louise Bourgeois, per citare solo alcuni degli ambiti di ricerca. Tra le quattro autrici presentate in quest’occasione, affermate protagoniste della scena tessile e con significative esperienze espositive, emerge forte e vitale il legame tra gestualità ed espressione ar-tistica. La tessilità non può prescindere infatti dalla manualità, dall’azione spesso necessariamente reiterata, nel ricamo come nel patchwork, nella vannerie come nel feltro, nel macramè come nella tessitura vera e propria e nelle molte altre tecniche derivate, da una sorta di ritualità del corpo. La valenza concettuale del gesto è evidente, per esempio, nelle opere di Paulette Peroni, una delle maggiori figure italiane in questo campo, che vive e lavora a Genova. L’artista, orgogliosamente e vivacemente ultra novantenne , trama attualissimi arazzi su canovacci di rete metallica. Il sistema che utilizza è ‘spietato’, non lascia spazio a ripensamenti: infatti, non si può intervenire per correggere o modificare senza disfare. Gli arazzi di Paulette Peroni, già nota per i grandi ricami a mosaico in lana lavorati secondo un metodo di sua invenzione, sono intrecciati con rafia e strisce di plastica, ricavate in genere da comuni sacchetti per la spesa: l’utilizzo di materiali di recupero sottolinea come il legame con il quotidiano sia affine all’azione di tessere, spesso connotata da pazienza, quiete, da un metaforico riappropriarsi, attraverso il gesto, del tempo. Un approccio che, sottolineato in alcuni pezzi da piccoli quadranti di orologi applicati, appartiene anche ai lavori di Gigliola Tomasina, sviluppati sul leitmotiv dell’albero della vita. Un tema dell’iconografia classica delle stoffe antiche, che viene indagato, decrittato, elaborato dall’artista milanese: i colori naturali, terrosi, di lane spesso tinte a mano compongono superfici in rilievo che sono mappe della memoria, tracce tattili, alfabeti braille per le emozioni. Marialuisa Sponga invece usa le tecniche tessili, da lei reinterpretate e modificate, come uno strumento pittorico alternativo, riproponendo così uno dei problemi cardine della fiber art, soprattutto con l’affiancarsi delle ricerche off loom (senza l’uso del telaio) ai metodi tessili tradizionali, nonché dell’arte in generale, cioè il rapporto tra ideazione e realizzazione. Con assemblage e manipolazioni di filati, Sponga crea morbidi paesaggi del sogno, nitidi ed evocativi. Anche nei lavori di Simonetta Battoia, le atmosfere oniriche convivono con levità e rigore. In particolare sono notevoli i suoi arazzi di seta e bacchette di vetro, che oppongono la sovrapposizione lenta ed elaborata di trame fitte di filati molto sottili, alla trasparenza fredda, fantomatica degli orditi. Eppure aggrediscono lo spazio, come la bella scultura ‘Ventaglio’. Un altro tema interessante dell’artista genovese è la mimesi della natura, dai pannelli di spighe di grano essiccate broccate di coloratissime farfalle alle conchiglie di fil di ferro e lana sopravissana, materiche e consistenti come sculture di marmo.
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Galleria Il Punto, Piazza Colombo 1, Genova
Orari: dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso gratuito Telefono 010 585822[exibart]
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Ringrazio Valentina Caserta, che ho avuto il piacere di incontrare, per l'articolo che
ha scritto sulla mostra a cui ho partecipato.
Mi permetto però di far notare che le foto sono prive di didascalie, e che quella relativa alla mia opera non è stata stampata nel verso giusto, fa proprio un'altro effetto!
Cordiali saluti da Gigliola.