Sono d’obbligo alcune premesse, perché la mostra era attesa. Sin dai numeri: 60 artisti, lavori accorpati in sei isole tematiche. Il tutto coordinato da quel rizomatico fil rouge che è l’Empowerment, un concetto pratico che indica “una forma di democrazia inclusiva e ‘dal basso’”. Una forma di relazionalità che non si limita all’arte, o almeno a una concezione neutrale di essa, ma che affronta con provocatorietà e al contempo proposte alternative le tematiche più scottanti della contemporaneità. In questo senso, la dislocazione anche spaziale degli interventi era un’ottima idea, con la sede di Villa Bombrini incastonata fra gli altiforni di Cornigliano oppure il Pic-nic al Biscione organizzato da Andrea Botto ed Emanuele Piccardo. Insomma, si trattava di proseguire quel lavoro di indagine politica che magistralmente Marco Scotini (curatore della mostra) porta avanti da anni.
Ma i problemi non sono mancati. In primis concernenti il rispetto degli artisti, per cui -dopo una piccola inchiesta sul posto- ci si accorge che, ad esempio, l’opera di Sandrine Nicoletta è stata tagliata a vivo senza avvertire l’artista; che Federico Ambiel (Lilithwork), intervenendo in conferenza stampa (!), narra la triste vicenda che ha portato alla sparizione del suo video; o ancora, che l’opera di Anna Visani è stata rimossa perché situata erroneamente. L’elenco potrebbe proseguire: le lamentele, assai diffuse, non potevano essere solo il frutto del “capriccio d’artista”. Probabilmente una mostra così impegnativa non poteva umanamente essere allestita in pochi giorni di presenza “sul campo”. E abbisognava di spazi più ampi -la situazione logistica di Villa Croce è inenarrabile, con i lavori letteralmente ammucchiati- oppure di un numero più ragionevole di artisti invitati. Infine, ci si chiede perché un “cantiere” debba includere nomi di evidente richiamo, presenti spesso con lavori datati (un solo esempio: quello di Multiplicity era già passato a Documenta11 di Kassel e allo Spazio Lima di Milano).
Abbiamo chiesto al curatore di spiegarci la ragione di una débacle di tale portata: “Relativamente alla situazione ‘allestitiva’ credo non vada confusa una condizione di tipo logistico […] con una condizione di tipo culturale che ha a che fare con la mia attività curatoriale e che trova gli artisti italiani poco preparati a progetti del genere”. Dichiara Scotini “Lo spazio espositivo è sempre per me un campo eventuale, dove gli artisti occupano spazi interstiziali secondo un modello che potrei definire rizomatico. La cultura italiana” conclude il curatore toscano “è all’opposto ancora quella (nella maggior parte) di ‘una stanza per artista’”.
Sarà allora la proverbiale arretratezza italiana. Ma, forse, Empowerment significa anche sporcarsi le mani con queste e altre arretratezze, senza calare dall’alto i presunti traguardi conseguiti in altre realtà. E siamo convinti che impedire la lettura delle opere allo spettatore rischi assai spesso di divenire una pratica élitaria che non può giustificarsi accusando di tradizionalismo chi muove delle critiche.
articoli correlati
“Normali meraviglie”, la seconda mostra del progetto Osservatorio sulla Creatività
Vidal da Artra, a cura di Scotini
Sandrine Nicoletta, Luca Trevisani, Roberto Cuoghi, Marcello Maloberti e Fabrizio Rivola a Imola
Domenico Mangano e Armin Linke al Magazzino di Roma
Anna Visani e Zimmer Frei alla rassegna “Intrecciano” a Modena
A12 e Stefano Boccalini all’IdA di Milano
Yuri Ancarani, Silvia Ferri, Marcello Maloberti, Margherita Morgantin, Shoggoth, Alessandra Vecchietti e Diego Zuelli all’aeroporto bolognese
Giorgio Andreotta fra i “confederati” veneziani
Bo 130, Microbo e Plank in stazione a Milano
Simona Basilavecchia al Sesto Senso di Bologna
Maurizio Borzì negli uffici torinesi
Andras Calamandrei e Francesco Jodice al Portfolio modenese
CaneCapoVolto, Andrea Caretto, Mario Rizzi, Paola Salerno e Marcello Simeone a Exit
Andrea Caretto e Raffaella Spagna ad Arte nell’Era Global
Silvia Cini all’istituto francese di Firenze
Paola Di Bello per Mirafiori
Ggtarantola, Microbo, Network Vision Project e Tatiana a Netmage04
Personale di Filippo Leonardi a Catania
Intervista a Deborah Ligorio
Armando Lulja fra i selezionati dalla Fondazione Ratti
Andrea Mastrovito, Sandrine Nicoletta, Deborah Ligorio, Margherita Morgantin e Marcello Simeone ad Assab One
Multiplicity allo Spazio Lima di Milano
Adrian Paci e Luca Vitone a Z.A.T., Gallarate
Mario Rizzi in personale a The Flat di Milano
Angelo Sarleti fra le Rotte metropolitane di Firenze
Antonio Scarponi alla collettiva della Bevilacqua la Masa del 2003
Franco Silvestro per il decennale del Ponte di Roma
Stalker in convegno a Firenze
Enzo Umbaca alla X Biennale di Fotografia a Torino
link correlati
Portale statunitense dedicato all’empowerment
Il sito di “Lilithwork” (Federico Ambiel e Andrée Rossi Maroso) – attivati solo i contatti
marco enrico giacomelli
mostra visitata il 30 giugno 2004
La Fondazione Pasquinelli di Milano ha ospitato una serata dedicata alla potenza trasformativa della poesia, unendo immaginazione, natura e vita…
Un nuovo record da Casa d’Aste Martini, a Sanremo, per l'importante vaso imperiale (dinastia Qing, marchio e periodo Qianlong). È…
Un viaggio tra le gallerie e gli spazi d’arte del centro storico di Roma, da Via Giulia al Portico di…
Roma Arte in Nuvola ha aperto le porte della sua quarta edizione con varie novità: diamo un’occhiata alla sezione Nuove…
Un anno di successi e riconoscimenti nell’arte contemporanea.
Doppio appuntamento, questa sera, alla Galleria d’Arte Ponti: apre la mostra La società “In Arte Libertas”, che proseguirà fino al…
Visualizza commenti
bravo scotini, vattene affankulo!
anvedi aho, perspicace l'apemaia.
va be nn divaghiamo ora...
Cara apina,
hai ragione a sottolineare la distinzione, ma se si lavora male in allestimento ciò che ne va di mezzo è la mostra stessa e in qualche caso, come è successo x questa mostra, gli artisti che non hanno potuto esporre il loro lavoro nella forma migliore, anzi, alcuni non l'hannno esposto x niente.... e ti assicuro che non è stata colpa loro ma dei tiramenti di culo di scotini.
ogni tanto mi sembra che invece di fare critica e informazione si faccia puro e semplice gossip, e mi dispiace che la direzione di exibart vada sempre piu' in questo senso!
altra sensazione è che ci sia una grande confusione tra l'organizzazione di una mostra e la mostra
Il problema non è scotini quanto piuttosto la mentalità italiana. Fai bene MEG a dire quello che pensi, anzi sei stato fin troppo dolce.
La cosa che più trovo inquietante è che anche i giovani nn propongono alcun modello alternativo (se si escludono 5/6 nomi a dir tanto), si definiscono curatori e dimostrano solo tristezza!
mi associo con il primo commento...
Caro meg
mi spiace ma nel sottotitolo hai toppato
"Doveva essere l'evento clou di GeNova 2004..."...con tutto il rispetto non se ne era accorto nessuno:
...se intendevi in assoluto, tanti altri eventi sono stati (senza menzionare quelli che ci devono essere ancora di qui alla fine del 2004) molto più "clou" di quello
...se intendevi mostre e allora "L'Età di Rubens"???...(200.000 visitatori critica e publico concordi una volta tanto)
e se invece intendevi eventi di arte contemporanea, credo che forse, con tutto il rispetto per il lavoro di Sandra Solimano e Scotini (concordo con chi ha scritto che una cosa è la mostra e la sua ideazione e un'altra è l'organizzazione, il suo allestimento che spesso si scontra con eventi asolutamente arbitari e non prevedibili)(spiace per il lavoro di alcuni artisti ma in queste rassegne collettive c'è sempre qualche cosa che si deteriora, si guasta, o quantomeno non è esposta al meglio...e non pensiate che sia un prblema italico, all'estero spesso lavorano peggio... dicevo, sicuramente "Arti&Architettura 1900-2000" (già basta il titolo!) non sarà meno "clou" di Empowerment
Ciao
ti amo ,ti aspetto a basilea ,sei cosi dolce, marca io ti amo ciao
ma come parlate male di scrotini?