Genova capitale della cultura per il 2004 si dimostra all’altezza delle aspettative con l’omaggio a Rubens, ai suoi contemporanei e, soprattutto, ai committenti.
Ideata e curata da Piero Boccardo con la collaborazione di Clario Di Fabio, Anna Orlando e Farida Simonetti, la mostra è suddivisa in dodici sezioni da considerarsi come altrettante tappe della presenza del pittore fiammingo nel capoluogo ligure. Vi arrivò nel 1604 e rimase per tutto il primo quarto del secolo vivendo il periodo di massimo splendore del patriziato genovese in cui banchieri, finanzieri e mercanti avevano grandi risorse da investire per il collezionismo artistico.
In virtù del regime repubblicano non si affermò un gusto ufficiale bensì una singolare varietà di scelte; la città accolse in sé gli artisti chiamati a lavorare da e per i genovesi mettendo a loro disposizione grandi disponibilità finanziarie, si pensi a Van Dyck, Vuet e Gentileschi.
Per l’occasione sono state scelte dieci quadrerie esemplari, in modo che il visitatore possa rendersi conto dei mirabili risultati di queste committenze, trovandosi al cospetto di decine di tele che hanno trovato spazio nella sede espositiva maggiore di Palazzo Ducale e nelle più decentrate sale di Palazzo Spinola e Palazzo Rosso; grazie a prestiti del Louvre, della National Gallery di Londra e del Getty Museum di Los Angeles, tra gli altri.
Nella prima sezione introduttiva trovano spazio documenti esplicativi delle grande libertà artistica del tempo, ritratti ed un bozzetto inedito della Chiesa Nuova di Roma. L’esibizione entra nel vivo con la seconda sala, dedicata alla collezione Balbi di inequivocabile taglio fiammingo –con l’Allegoria della Fede ad opera di Jan Verbeeck a fare da anello di congiunzione tra la Liguria ed Anversa– passando alla terza concepita per ospitare le opere dei Doria nella quale è esposto, per la prima volta, il frammento de La strage degli innocenti di G. B. Paggi accompagnato da oggetti e curiosità dalla Wunderkammer.
articoli correlati
Van Dyck-Riflessi Italiani
Genova Un Anno di Cultura
Cristina di Svezia – Le Collezioni Reali
emanuela borgatta
mostra visitata il 20 marzo 2004
Un ponte tra Italia e Stati Uniti: c'è tempo fino al 30 gennaio 2025 per partecipare alla nuova open call…
Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialità e nell’oggettualità.…
Una mostra interattiva per scoprire il proprio potenziale e il valore della condivisione: la Casa di The Human Safety Net…
Al Museo Nazionale di Monaco, la mostra dedicata all’artista portoghese Francisco Tropa indaga il desiderio recondito dell’arte, tra sculture, proiezioni…
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Visualizza commenti
Malgrado la accurata ricerca filologica, la mostra risulta di parziale fruibilità nelle sale del Palazzo Ducale sia per la ricreazione dell'esposizione a piena parete dei quadri (sarebbe stata sufficiente una sala come indicazione del gusto del collezionismo dell'epoca), sia per l'uso del "sontuoso" rosso come sfondo in quasi tutte le sale, sia per le didascalie difficilmente leggibili per l'uso di colore su colore. Peccato perché il lavoro è sicuramente stato notevole, tuttavia - a mio avviso - la godibilità deve esserlo altrettanto