È molto genovese la storia di Lilla Raggi: un’artista che lavora da molti anni senza clamore e che porta avanti in silenzio una ricerca misurata e rigorosa, capace di cogliere le suggestioni contemporanee e farle proprie nella sobrietà delle scelte formali e nelle sottili, ironiche ribellioni del colore. In questi giorni lo Studio B2 propone alcuni suoi lavori realizzati tra gli anni Sessanta e Settanta, in una mostra elegante ed attenta, con un interessante approccio critico, curata da
Dipinti e disegni su carta, accomunati dal gesto pittorico vigoroso e da una sorta di composto horror vacui, sempre in bilico tra una vaga eco di figurazione e scelte più radicalmente astratte. Lilla Raggi dipinge e disegna soprattutto interni, immaginati più che reali: lavora infatti a memoria, infittendo gli spazi di segni robusti e inventando profondità astrattamente prospettiche.
I suoi lavori acquisiscono una sorta di terza dimensione irreale, creata dal movimento energico dei tratti sullo sfondo: racconta l’artista che per lei la profondità coincide con il movimento, e che riempire gli spazi di livelli volumetrici immaginati da vita ad un’ideale, effimera mobilità.
Sandro Ricaldone descrive i suoi lavori come “Interni scanditi da un segno forte, che sopravanza la raffigurazione degli ambienti (occupati da torchi e cavalletti) per costruire spazi nitidamente articolati. Strutture ove elementari e lucidi innesti geometrici si alternano ad eventi percettivi creati attraverso l’iterazione di schemi lineari talvolta trasmutanti nel colore. Due aspetti di una ricerca appartata ma sensibile alle nodali sollecitazione dell’epoca, che riporta in luce con una tensione sommessa, tuttora vitale.”
Tra i molti disegni a carboncino, sono rari ma gradevolissimi gli spunti cromatici: divertissement di tinte pure, rigorose geometrie che traggono dai cromatismi vivi spunti di gioco ed ironia che
Un insegnamento che Lilla Raggi descrive come decisamente maieutico, senza imposizioni, raccontando la capacità dell’artista di non imporre la propria personalità. Se ne vedono le tracce in alcuni dei dipinti in mostra, fresche e interessanti testimonianze dell’atmosfera artistica genovese degli anni Settanta.
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