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Probabilmente è dovuta alla grande amicizia tra la famiglia genovese dei Doria Pamphilj la presenza, nella città della lanterna del “Ritratto dell’Infante di Fernando d’Asburgo” di P. P. Rubens, il dipinto che è stato trovato nello scorso finesettimana negli scantinati di Palazzo del Principe a Genova.
Massimiliano Floridi, amministratore delegato della Società della famiglia Doria Pamphilj,si è detto allo stesso tempo soddisfatto per il ritrovamento ed impegnatissimo affinché l’opera (subito trasportata nei laboratori di palazzo) venga al più presto restaurata ed esposta. Floridi ha dichiarato che ”nel corso dei secoli una gestione familiare delle collezioni ha portato alla ‘dimenticanza’ di molti capolavori che spesso emergono durante qualche restauro…”.
(a sinistra un autoritratto di P.P.Rubens)
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MT
[exibart]
Questa è l’ennesima arrabbiatura: queste famiglie patrizie (decadute e pure molto) non fanno altro che violentare il loro patrimonio autorizzati dal fatto che è LORO. Non rendendosi conto che Rubens è di tutto noi…Ma come si permettono di abbandonare dei capolavori nei sottoscala dei loro PALAZZI???
E poi, il giornalista, spera che l’opera sarà esposta in un museo pubblico ma questo sarebbe un miracolo. L’opera la ristruttureranno col pubblico danaro e la collocheranno niente di meno che in una loro suntuosissima camera da pranzo…(domando perdono per lo sfogo)
Una vera schifezza. Io credo che constatata l’incuria, lo stato dovrebbe requisire Palazzi e opere d’arte.
Ricordiamoci che tutti questi beni sono il frutto di soprusi ed ingiustizie della classe nobiliare sugli antenati dei cittadini italiani. l’abbandono di tali beni è un’offesa del popolo italiano.
Spesso però le stesse famiglie nobili sono state rigorose custodi di immensi patrimoni che magari gli stati si sarebbero venduti.
Per dire dei Doria Pamphilj pensiamo alla galleria Doria visitabile a Roma a Via del Corso…
Per il cittadino Francesco Bertini della Rovere di Savona:
La classe nobiliare ha in talune epoche storiche acquisito dei meriti, tra cui senza dubbio quello di aver preservato i valori della romanità nel corso dei secoli, ed inoltre quello di aver favorito lo sviluppo delle arti e della cultura. Ciò d’altronde era congeniale ad un sistema istituzionale in cui essa era fortemente compenetrata, e in cui veniva favorita ai danni delle classi subalterne costrette a subire ingiustizie e soprusi per garantire alla classe nobiliare lussi di ogni tipo, fra cui quello di circondarsi dei più grandi capolavori d’arte (sarà anche un grande merito ma è uno dei sommi piaceri, diciamo la verità!).
Oggi i tempi sono diversi, e non possiamo dire, “gli altri Stati se li sarebbero venduti”, non lo sappiamo, non c’erano altri Stati non monarchici, ad ogni modo le giovani repubbliche occidentali non l’hanno fatto.
E allora, è tollerabile che tante opere d’arte che rappresentano la nostra civiltà siano ancora in possesso dei discendenti di quelle antiche famiglie?
Si, ovviamente, ma a patto che se ne prendano cura, le valorizzino, le lascino vedere, ma se si è in presenza di un palese disinteresse e spregio dei beni culturali lo Stato dovrebbe intervenire, requisendo e punendo duramente (esistono delle fattispecie penali applicabili).
Sono stato polemico e me ne dispiace…
Signor della Rovere,
i suoi avi (Giulio II e Sisto IV) hanno lasciato immani delizie artistiche al mondo (la cappella sistina su tutte…)…quindi lei si dovrebbe VERGOGNARE a perorare la causa delle famiglie patrizie che tengono per sé i beni fregandosene di renderli fruibili…
Scrivo dalla Città dei Della Rovere e dico che i Della Rovere sono estinti o quei pochi che ci sono sono a Roma (come l’attrice Lucrezia Lante…) quindi questo suo cognome mi sembra un tantino fasullo…signor Marchese…
Amici di Exibart, ma guardate un po’ cosa ho trovato negli archivi di Exibart!
Stavo per avere un travaso di bile…
http://www.exibart.com/44/IDNotizia499.htm
Gentile lettore Gotta,
abbiamo proveduto a linkare la notizia da lei segnalata tra gli articoli correlati.
Continui a seguirci con la consueta attenzione.
Gentili amici,
una sola domanda: credete che le famiglie della nobiltà italiana abbiano sotratto a qualcuno le opere d’arte oppure credete che abbiano pagato gli artisti (gli lo avrebbe fatto altrimenti? lo stato?) per fargli produrre cultura? E quando i nobili sono iniziati a diventar papi non hanno forse promosso abbellimenti a profusione che sono rimasti oggi per tutti???
per il signor larocca: mi fa piacere e mi sorprende la sua conoscenza sulla storia dei papi ed in particolare sui papi Della Rovere! Lei è un degno cittadino delle sue terre.
Carissimo amico Francesco Bertini della Rovere,
la tua domanda è capziosa perchè sembra ignorare quanto è successo dal 1789 in poi, nonchè tutte le problematiche socio-politico-economiche afferenti.
Le ghigliottine non le eressero mica per tagliare le patate, ma fu il frutto di un irrefrenabile moto dello spirito: il popolo oppresso, la cultura riservata a pochi, le nefandezze della giustizia, le tasse esose e amministrate allegramente, i contadini sfruttati, le terre sottratte con la forza del diritto dei potenti, privilegi di ogni sorta (non ultimi quelli commerciali)ecc..
E poi tu che parli tanto di Stato…
lo Stato era governato, direttamente o indirettamente dalla classe nobiliare, e nel suo quasi totale interesse. Il popolo veniva sfruttato, e costretto a vivere ad un livello di sussistenza (ciò secondo le teorie della economia politica classica, aveva una sua ragione d’essere.Non solo Dio giustificava il potere ma anche sul piano teorico e razionale si giustificava quell’andazzo). Poi la situazione divenne insostenibile ed intollerabile, e certi eccessi si attenuarono fino a scomparire finalmente. Grazie al cielo!
Ora si dice, ma le opere d’arte le hanno forse rubate?
La domanda è ingannevole.Di certo quel tenore di vita, che si basava non sul merito personale ma bensì sul diritto di nascita era una cosa abominevole. Tra i tanti lussi che la condizione permetteva vi era anche quello della cultura e del gusto del bello.Circondarsi di opere d’arte, far erigere palazzi sontuosi. Esiste forse attività più piacevole?
C’è forse un merito in questo? E’ difficile dirlo.
Di certo le sostanze con cui furono create quelle opere non venivano certo da una vincita al superenalotto…
Mi rendo conto che certe ovvie tematiche nella classe dei nobili e nobilastri (questi davvero tremendi!) stentino a penetrare. Certi eventi storici sono stati cancellati dalla mente, come se non fossero mai esistiti. Come l’ex Re d’Italia che rispondendo ad una lettera al Presidente Pertini che voleva accogliere la sua richiesta di rientro in Italia, scriveva di suo pugno sulla busta: Al sig. Sandro Pertini… mittente Sua Altezza il Re d’Italia
Forse non si può fare niente, è un problema davvero culturale, di testa…
Dobbiamo riesumare la ghigliottina?
Ma no…siamo un paese democratico rispettoso dei diritti della persona: dell’uguaglianza, della libertà e della fraternità. Perciò cittadino ed amico Francesco Bertini della Rovere ti saluto cordialmente.
Per la REDAZIONE:
a dire la verità l’articolo da me trovato e che mi ha fatto davvero INK:::RE è un’altro!!http://www.exibart.com/44/IDNotizia499.htm
grazie per la vostra bella rivista!
Spero vi siate accorti dell’ultima notizia di ieri: gli eredi di Casa Pamphilj inaugureranno in settimana l’apertura al pubblico del loro palazzo di famiglia. Verrà esposta tutta la collezione privata unitamente al famoso quadro di Rubens appena ritrovato (dopo un piccolo e doveroso restauro)…Credo che sulla buonafede della nobiltà italiana non ci sia assolutamente più nulla da controbattere
Cittadino e amico Francesco Bertini della Rovere, prendo atto della bella notizia, e ti saluto cordialmente. Spero perdonerai l’irruenza dei giorni passati, ma noi del popolo abbiamo il sangue caldo e …rosso.