Continua la nostra perlustrazione dei musei Diocesani Liguri: la tappa odierna è il Museo Diocesano di Arte Sacra di Albenga, inaugurato nel 1982 dopo un interessante e lungo intervento di restauro (1947-1976) che ha riportato al suo notevole splendore il Vecchio Palazzo Vescovile, di cui il museo occupa gran parte del piano nobile. Il museo è stato nuovamente inaugurato nel 1997, dopo un periodo di chiusura, ripresentandosi al pubblico con l’allestimento attuale. Il palazzo, se pur di origine medioevale, risente delle notevoli trasformazioni cinquecentesche come dimostrato dalla facciata principale e dal suo portale. Il percorso espositivo ricco e variegato, anche se limitato spazialmente, si articola in 7 sale, anch’esse di notevole pregio architettonico con splendidi affreschi in ottimo stato di conservazione. La sala di ingresso intitolata all’archeologo Nino Lamboglia, fondatore dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, conserva reperti delle campagne di scavo e restauro della cattedrale (1948-1967). Salendo una brevissima rampa di scala si giunge nella sala delle ceramiche rinascimentali, anch’esse rinvenute durante gli scavi e inoltre si possono ammirare polittici (secoli XV – XVI ) provenienti da alcune chiese della diocesi. Il percorso prosegue nella sala denominata delle Verzure che conserva una decorazione affrescata a trompe-l’oeil, con tappezzeria e finti arazzi, mentre un fregio superiore “L’arma vescovile di Napoleone Fieschi” datata 1456-66, circoscrive tutto l’ambiente. Nella stanza sono collocate vetrine e nicchie contenenti argenteria e reliquari quattrocenteschi. La IV sala, corrispondente alla cappella del palazzo quattrocentesco, ricavato a sua volta nel vano di una torre duecentesca (Albenga è famosa per le sue numerosissime torri), è costituita da un’interessante volta ad ombrello riccamente affrescata e molto ben illuminata da moderni proiettori su piedistalli che si distaccano dalle pareti rispettando l’armonia dell’insieme. Per le decorazioni dei due ambienti si ipotizza un intervento della bottega del cosiddetto “Maestro di Luceram”, attivo tra in 1459 e 66 in Liguria.
Successivamente si entra nella sala a nostro avviso di maggior pregio e impatto scenografico, la sala degli Stemmi, alle pareti troviamo tele del XVII secolo che attestano la forte presenza della scuola pittorica genovese. Inoltre una pregiatissima pala di Guido Reni (attualmente in prestito ad un’esposizione londinese) col Martirio Di Santa Caterina d’Alessandra commissionata da Ottavio Costa per la chiesa del feudo famigliare di Conscente. Splendidi gli arazzi introdotti nel palazzo dal vescovo Carlo Maria Fornari, notevole il ciclo con Storia dell’infazia di Mosè, prodotto a Bruxelles e ritornato al museo dopo un lungo e delicato restauro romano. Il percorso si conclude con la Sala Rossa, già destinata alle udienze del Vescovo, con tappezzeria in damasco del 1775. Un museo interessante, ricco, che testimonia la grande importanza della diocesi ingauna nel panorama artistico e culturale ligure, non molto noto nè valorizzato, ma indubbiamente un prezioso frammento di storia locale che vale la pena visitare; un interessante “dopospiaggia” di questa riviera di ponente che per molti non è solo sinonimo di vacanza e relax.
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