05 luglio 2017

Kurt Cobain: l’uomo dietro la leggenda

 

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Molti lo definiscono come portavoce della generazione X degli anni ’90, Kurt Cobain si definiva semplicemente portavoce di sé stesso e della sua rabbia verso il mondo e verso la vita. “A volte mi spaventa che molte persone sostengano quello che dico, perché sono semplicemente un uomo confuso, tanto confuso quanto loro, non possiedo le risposte a niente.” Afferma in una sua intervista, sottovalutandosi e discreditando il suo successo, una rabbia che lo ha mangiato vivo e con cui ha convissuto per la sua breve ma intensa vita, tra eccessi, depressione, un’immagine distorta di sé e ancora più sfuocata del mondo, a cui si è aggrappato con tutto sé stesso tirando fuori quell’anima ribelle, attraverso le note rock dei suoi album e non solo… le sue frustrazioni hanno riempito pagine e pagine di diari, fogli colmi di pensieri e disegni. Due dipinti che fanno parte della vasta produzione, rimasta sotto chiave sin dalla sua morte nel 1994, saranno esposte all’Art Fair di Seattle e presentate dalla divisione di arti visive della United Talent Agency, insieme ad appunti, note e pagine di diario. Con lui verranno presentati i lavori che appartengono a nomi iconici della generazione X come Mike Kelley, Joe Bradley, Nate Lowman, Elizabeth Peyton, Raymond Pettibon e Dash Snow dando vita ad un contesto di ribellione, sfogo artistico ed una visione del mondo drammatica, ma liberatoria per alcuni punti di vista. Un’opportunità di riflessione unica che svela le fragilità e la sensibilità di un uomo che ci ha sempre mostrato il suo lato più aggressivo attraverso l’iconico mito che ha segnato generazioni intere. Allo Uta Artist Space della fiera d’arte di Seattle si aprono le porte del cuore di Kurt Cobain lasciando intravedere quel lato ipersensibile di un uomo creativo, ma fragile quanto le figure stilizzate e astratte dei suo dipinti, che ricordano le opere agonizzanti del celebre artista Edvard Munch. Sotto il sipario della leggenda si scopre un mondo di insicurezze rendendo umani anche gli dei del rock. (Gaia Tirone)
Fonte: artnet

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