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La mostra si intitolerà pure “La vita è il cuore di un arcobaleno”, ma nel cuore del museo albergano molti cretini.
Che a costo di farsi un selfie con un’opera di Kusama sarebbero disposti anche a spostare le opere. Ops, accaduto!
Stavolta siamo nel nuovo museo indonesiano di arte moderna e contemporanea di Nusantara (MACAN), dove lo scorso fine settimana i dipendenti del museo si sono lamentati pubblicamente dei visitatori in cerca di selfie che si avvicinano pericolosamente alle opere dell’artista giapponese.
Sarà che il MACAN è il primo museo d’arte moderna e contemporanea del Paese, aperto a novembre dopo mesi di ritardi, e sarà che il pubblico è emozionato nel trovarsi accanto a lavori di Jeff Koons, Robert Rauschenberg, Gerhard Richter e Andy Warhol?
Sarà, ma una lavoratrice part-time del museo, Amanda Aulia, ha condiviso una storia su Instagram denigrando il comportamento del pubblico. Le sue fotografie mostravano un polka dots mezzo cancellato, una sfera argentata che era stata spostata dal suo piedistallo e, soprattutto, gli astanti che si appoggiavano alle opere, nonostante i divieti.
Aulia ha “taggato” gli irriducibili pazzi del selfie come “Instagram slaves” in un thread che è stato ritwittato più di 2mila volte.
Una portavoce del museo ha dichiarato ad artnet che nessun lavoro ha subito danni: “Siamo consapevoli delle speculazioni che sono circolate sui social media e possiamo dire che tutte le opere in mostra sono al sicuro”, aggiungendo però che “le linee guida di comportamento siano un promemoria per i visitatori per apprezzare le opere in modo rispettoso e garantire un ambiente museale sicuro e divertente per tutti”. Anche per i cretini, forse.
Fonte: artnet