Sulla parete di una caverna nel profondo della giungla del Borneo, è stata ritrovata l’immagine di un animale dalle zampe grosse e con le gambe affusolate, disegnato in ocra rossastra.
Un’immagine grezza, che però pare abbia più di 40mila anni, configurandosi così come la più antica traccia di “arte figurativa” del mondo.
Fino ad ora, le figure più antiche conosciute erano state le sculture d’avorio tedesche, ma quelle statuette – di cavalli, uccelli e persone – avevano al massimo 40mila anni.
Che cosa cambia, a noi, comuni mortali è ben poca cosa, ma quel che è certo è che la storia ci sta dicendo che la stessa “creatività” si è sviluppata ai poli opposti del mondo negli stessi anni, in popolazioni che probabilmente mai e poi mai si sono incontrate.
Addio insomma ai vecchi dipinti di Lascaux (Francia), che per anni erano stati i più antichi del mondo, ma che hanno “solo” 18mila anni. Dopo di loro infatti erano arrivate le tracce della grotta di Chauvet, vecchi di 37mila anni, e poi – appunto nel 2003 – le statuine d’avorio della Germania.
Riporta il NY Times che arrivare al sito non è stato facile: il team di scienziati ha dovuto risalire il Borneo in barca nella foresta pluviale, per poi “scavare” le montagne per giorni, creando un sentiero.
Come è avvenuta la datazione, visto che spesso il carbonio non consente una approssimazione così dettagliata? Le pietre che ricoprivano il graffito che sono state rimosse dalla caverna sono state datate a 40mila anni fa, e dunque “l’opera” occultata dai massi deve essere così, evidentemente, più antica. Per ora, insomma, abbiamo trovato la pittura più vecchia del mondo.