Uno dei musei scientifici più antichi e paludati di Europa si confronta con i fumetti della serie Blake et Mortimer del belga Edgar P. Jacobs. Collega del padre del famosissimo Tintin, Hergé, Edgar P. Jacobs è considerato uno dei maestri del fumetto mondiale. Per la prima volta i suoi disegni originali preparatori in bianco e nero vengono esposti al musée des Arts et Métiers di Parigi attraverso il prestito della Fondazione belga Roi Baudouin. La fiction delle storie del fumetto si materializza nella realtà dei radar, di una locomotiva diesel del 1955 e del fantastico Turbo générateur de bord Espadon, che ricorda l’arma letale di Blake et Mortimer.
La scenografia della mostra, che è stata inaugurata il 26 giugno e rimarrà aperta fino al 5 gennaio 2020, ha la peculiarità di mettere in collegamento visivo e concettuale le collezioni del museo con le opere grafiche di Jacobs: si rendono così vive le prime e si materializza la fiction delle seconde.
La grande sala principale, immersa in un soffitto di carta che ricorda decori di teatro, ospita 20 blocchi in acciaio che sostengono anteriormente la vetrina in cui sono esposti i voluminosi oggetti del museo. Sul lato opposto, la struttura risale per sostenere un pannello con le 3 planches jacobsiane.
Il pubblico francese ma soprattutto belga ha accolto con entusiasmo il gioco di luci creato da un chiarore dinamico che scorre sulle diverse parti del soffitto di carta sospeso. I curatori, Thierry Bellefroid ed Eric Dubois, e la cheffe de projet Asia Ruffo di Calabria si sono soffermati con sapiente attenzione sull’illuminazione rossa, gialla, verde e blu di alcune vetrine.
Gioco di luci ma anche di colori. Seguendo una quadripartizione della grande sala per elementi naturali (fuoco, aria, terra e acqua) i passe-partout delle pagine dei fumetti sono stati scelti secondo gli stessi colori forti ma raffinati degli stendardi sospesi dei 4 testi di sezione. I visitatori possono vedere con i propri occhi quanto le storie di Blake et Mortimer dagli anni ‘40 (Il segreto dell’Espadon) fino agli anni 80 (Le tre formule del Professor Sato) abbiano anticipato tematiche molto attuali (cambiamenti climatici, controllo della mente attraverso la tecnologia e macchine da guerra futuristiche): lo dimostrano gli oggetti scientifici tratti dalla esposizione permanente del Museo utilizzati nello stesso periodo in campo medico e di ricerca.
Uno sguardo nuovo alla scienza attraverso la leggerezza ma anche la lungimiranza di un classico del fumetto, immerso in un sottofondo sonoro appositamente pensato per la mostra dal francese Bruno Letort.