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Mary Boone chiuderà la sua galleria d’arte, una delle più famose di New York, dopo 42 anni di attività. La notizia arriva una settimana dopo la condanna a due anni e mezzo di prigione per le false dichiarazioni dei redditi.
Boone, che ha iniziato la sua carriera nel 1970 alla Bykert Gallery, prima di aprire la propria attività nel 1977, ha dichiarato ad ARTnews: “Ho passato 49 anni meravigliosi nell’arte. Se sarò la Martha Stewart del mondo dell’arte, spero di farlo umiltà, umorismo, grazia e intelligenza. Sto cercando di essere ottimista e vedere questo episodio come un’esperienza per capire qualcosa di nuovo”.
Boone dovrà consegnarsi alle autorità entro il 15 maggio, per scontare la sua pena presso il Federal Correctional Institution di Danbury, nel Connecticut.
Boone, che nel corso del processo è stata supportata praticamente da tutto lo star system dell’arte statunitense, in questo periodo ha ricevuto una serie infinita di lettere e di esternazioni di stima.
L’artista Hilary Harkness, entrata a far parte della galleria nel 2003, ha definito Boone “la persona più gentile, affascinante e stimolante con cui lavorare”.
Will Cotton, invece: “Mary è fantastica, diligente nel vendere opere, e ha sempre pagato in tempo. È la gallerista più diretta con cui abbia mai lavorato”.
Max Werner, figlio della gallerista, ha dichiarato invece che la chiusura dell’attività avrà conseguenze per molte persone, al di là della stessa Boone.
La donna che rappresenta (o rappresentava) artisti come Jean-Michel Basquiat, Barbara Kruger, David Salle e Julian Schnabel, si era dichiarata immediatamente colpevole e a dicembre i suoi avvocati avevano presentato una valutazione psicologica in cui si sosteneva che la causa della sua evasione fiscale era da imputarsi a diversi traumi patiti durante l’infanzia e al suo stato di depressione cronica.
ciao