L’artista russo Pyotr Pavlensky ha dato fuoco all’ingresso di una sede della Banca di Francia a Parigi questo fine settimana. L’artista ha anche condannato i banchieri come “nuovi monarchi” nel suo ultimo atto “creativo” politico nel Paese che gli ha dato asilo a maggio, salvandolo dalle condanne russe per violenza sessuale ai danni di un’attrice di teatro di Mosca.
Di questa e dell’ultima storia ne avevamo parlato moltissimo, e a rivelare l’ultima incursione è stato il sito MediaZone, creato dalle Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, che ha rivelato dettagli della performance informando che l’artista è stato trattenuto dalla polizia francese alle 4 di domenica pomeriggio, lo stesso giorno che ha dato fuoco alla banca.
Pavlensky, insieme alla sua partner Oksana Shalygina e alle loro due figlie, sono arrivati in Francia dall’Ucraina nel gennaio del 2017 quando anche i più accaniti sostenitori hanno “lasciato” Pyotr quando nel 2016 l’artista donò i 42mila euro del Premio Vaclav Havel a un gruppo radicale condannato per aver ucciso un gruppo di poliziotti nella Russia orientale. Per questa storia vecchia, però, le reazioni sembrano nuove: Pavlensky senza la cattiva Russia alle spalle ma “coccolato” nella “civile” Francia è definito sempre più come un semplice “pazzo” che sta cercando pubblicità e che la prossima volta dovrebbe inchiodarsi lo scroto (come fece in piazza Rossa a Mosca) alla Torre Eiffel. A stendere un velo di silenzio è stato invece l’artista Oleg Kulik, diventato famoso negli anni ’90 per la sua performance in veste di cane rabbioso, che ha dichiarato che è troppo presto per scrivere dell’azione di Pavlensky. Aspetteremo la prossima.