Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sembrano non placarsi le accuse e le reazioni contro la famiglia Sackler. Questa volta a puntare il dito contro la famosa e ricca famiglia americana è il senatore statunitense dell’Oregon Jeff Merkley, inviando una lettera al neo-segretario dello Smithsonian, Lonnie Bunch, chiedendo di rimuovere il nome degli Sackler dalla loro Arthur M. Sackler Gallery of Art di Washington, D.C.
Uno dei musei principali della famiglia, dedicato all’arte asiatica, in cui sono custodite opere d’arte che il fondatore della famiglia Arthur Sackler ha donato, per un valore totale di 50 milioni con l’aggiunta di 4 milioni di dollari per la realizzazione della struttura che le ospita.
La famiglia Sackler ha inoltre devoluto diversi dollari, sotto forma di opere benefiche, a importanti istituzioni culturali perché da sempre appassionati d’arte.
Il presidente sottolinea quanto la famiglia, attraverso una campagna pubblicitaria marketing aggressiva, abbia influenzato e si sia approfittata di un periodo di crisi in cui le persone cercavano un rimedio al loro malessere.
La compagnia fondata dalla famiglia Sackler, Purdue Pharma, creò nel 1996 un antidolorifico, l’OxyContin, proponendolo sul mercato come aiuto per alleviare il dolore, con l’informazione che non avesse nessuna controindicazione.
Durante gli anni la società produttrice incassò circa duemila denunce con l’accusa che l’antidolorifico procurava dipendenza, arrivando addirittura alla morte per overdose.
Ad oggi non mancano le manifestazioni davanti ai musei beneficiati dai Sackler e diversi enti, lo stesso presidente dell’Oregon chiede che il nome della famiglia venga rimosso dalla galleria perché non inerente con le istituzioni pubbliche finanziate dai contribuenti.
Gli ultimi documenti scoperti mostrano chiaramente che i membri della famiglia hanno personalmente guidato la campagna di Purdue. Ad oggi diverse istituzioni come il Met, il Guggenheim e la Tate Modern hanno dichiarato che non accetteranno più donazioni dalla famiglia, ma nessuna ha scelto di rimuovere il nome di Sackler dalle proprie sedi.
La lettera del senatore Merkley non ha ancora avuto risposta ed egli ha introdotto una legislazione per fornire maggiori informazioni sull’utilizzo e abuso di queste sostanze nel paese, con un disegno di legge, chiamato “Opioid Treatment Surge Act”. (Gaia Tonani)
Fonte: Artnet