Cosa c’è di più divertente, creativo e intelligente che giocare con un mattoncino LEGO? Io sono di parte perché ci ho passato l’infanzia a montarli e smontarli infinite volte per dar forma a tutte le fantasie possibili! E la bellezza del LEGO era proprio quella: potevi farci quasi di tutto, tranne che andare oltre il possibile. Quindi alla fantasia dovevi aggiungerci esperienza, logica e un minimo di manualità. Si chiama apprendimento! Ma qual è la loro storia? Tutto inizia da un signore danese che nel 1932 aprì il suo laboratorio per la produzione di giocattoli in legno, che due anni dopo ribattezzò LEGO, dall’espressione “leg godt” che in danese significa “giocare bene” e che, per puro caso, in latino si legge “io assemblo”. La sua idea di giocattolo era diversa. Ole Christiansen cercava qualcosa che potesse essere al contempo educativo e divertente. In quegl’ anni erano diffusi dei mattoncini di legno colorati, di forme diverse, che potevano essere affiancati o sovrapposti e che potevano diventare tanti oggetti quanta era la fantasia del bambino che li adoperava. Guardandoli Ole pensò che sarebbe stato fantastico se gli stessi mattoncini avessero potuto avere un elemento di incastro! L’idea c’era e nel 1949, la tecnologia dello stampaggio della plastica a iniezione, la rese possibile. LEGO fu la prima azienda danese ha investire in questo processo per produrre il suo primo Automatic Binding Brick (mattoncino autobloccante). Certo il primo modello non aveva le stesse caratteristiche dell’attuale. Infatti fu il figlio di Ole, nel 1959, Kirk Goffred Christiansen ha dargli l’aspetto che tutti noi conosciamo. Da quel momento la diffusione dei LEGO non ha avuto più alcun limite. Nel 1968 nacque Legoland, il primo parco a tema ispirato ai LEGO. I LEGO sono sbarcati al cinema e si sono conquistati una posizione di tutto rispetto anche nel mondo dell’arte, diventando la materia unica utilizzata dall’artista Nathan Sawaya, che ha portato la sua mostra in tutte le parti del mondo riscuotendo uno strepitoso successo!
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