Quante volte in un aeroporto, sopraffatti dai controlli di sicurezza, abbiamo pensato: “Ma perché questi poi non riescono a fermare 4 dinamitardi”? Non lo sappiamo. Fatto sta che poi i bombaroli riescono a salire sugli aerei, a colpire il World Trade Center, a sparare in una concert hall, a far saltare metropolitane, treni e aeroporti.
Poi si catturano, ma ne resta fuori uno, o due. Poi c’è leader di Boko Haram che annuncia la fine della loro “santa crociata” contro gli infedeli. Poi ci sono i raid sulla Siria che starebbero mettendo in fuga gli jihadisti – di cui dopo Bruxelles non si sa più nulla. Poi i possibili attacchi alle centrali nucleari pianificati, l’uomo fermato alla periferia parigina prossimo a compiere un altro atto di terrore, le minacce a Gatwick e Heatrow. Mai, davvero mai, la stampa è stata così schizofrenica e psicotica. D’accordo, sono le circostanze, ma la verità è che nella giungla mediatica è sempre più difficile districarsi, e la genesi del panico è pressoché totale. Ed è difficile credere che possa servire, come auspica il Ministro Angelino Alfano, un piano anti-radicalizzazione, ovvero una stretta alla sicurezza a partire da una banca data sui passeggeri di voli. Ci chiediamo anche come, dati tutti gli strumenti di controllo dei dati in qualsiasi accezione, dagli accessi web ai social network e affini, non si possibile intervenire in tempo su queste problematiche e su determinate personalità. O forse sono davvero insospettabili? Anche a questo crediamo poco, mentre è facile credere che una miriade di cellule sparse pronte a saltare siano a piede libero in Europa. E questo è un problema, anche perché trattasi – spesso a tutti gli effetti – di Europei. (MB)