Categorie: Il fatto

Addio, radicale

di - 20 Maggio 2016
Amici e nemici, stretti nell’ultimo abbraccio a Marco Pannella. Chissà se il leader radicale avrebbe gradito la solita ipocrisia che si riserva nei confronti di chi passa all’altro mondo. O forse è vero, come ha scritto Dario Franceschini, che “Se ne va un protagonista della storia d’Italia. Un leader che ha anticipato di anni e anni i grandi cambiamenti della società italiana e un uomo che è sempre riuscito a farsi voler bene anche dagli avversari”.
A dare la notizia non poteva che essere Radio Radicale, con il Requiem di Mozart. 86 anni, Marco Pannella era da tempo malato di cancro, e non ne faceva mistero, come la sua collega Emma Bonino. Non per avete pietà, ma perché ancora oggi il discorso sulla malattia, sul fine vita, sull’eutanasia, sul dolore, è radicale e profondamente evitato.
C’è chi parla di Pannella come autore di “sconvolgimenti positivi dell’Italia”, e in qualche modo non può che essere vero. Ideale “divorzista” già nel 1965, sei anni prima della famosa legge. Poi, nel 1974, conduce l’iniziativa per il no all’abrogazione del divorzio, appunto. L’anno dopo inizia la battaglia contro la depenalizzazione delle droghe leggere, e si fuma uno spinello in pubblico. Arrestato. Nel 1981, ancora, vince un altro no, stavolta per il referendum all’abrogazione dell’aborto. E nel frattempo, Pannella, digiunava: sono stati decine gli scioperi della fame che l’hanno reso anche un personaggio decisamente imitato, durante la sua carriera politica nei decenni ’70,’80,’90 e molto meno recentemente. Pannella quasi una macchietta, Pannella che si fa le canne, Pannella pallido che non mangia per qualche strana causa. Sì, forse ha ragione Franceschini: oltre ad essere un “rivoluzionario”, per quanto lo possa essere un politico, Pannella era pure simpatico.
Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, in un lungo commiato ha ricordato “un uomo che non ha mai smesso di pensare al domani, protagonista della politica italiana, ma senza mai essere legato al potere”. Da qui in giù, tutti: Matteo Renzi, Pietro Grasso, Laura Boldrini e pure Renato Brunetta, che lo definisce su twitter “uomo visionario, protagonista indomito di tante battaglie civili nel nostro Paese”. E arrivano pure Grillo e Salvini. Ma forse, sopra tutti, Emma Bonino: poche parole, graffianti: “Marco non ha mai ricevuto i riconoscimenti adeguati”.
Come molti in questo Paese che ancora si sveglia preda della Mafia più buia. Ma bisogna sempre pensare al domani. Addio, radicale! (MB)

Articoli recenti

  • Cinema

Diamanti di Ferzan Ozpetek è un film onesto che ha ancora fiducia nel racconto

Una favola che parla di drammi intimi e ricorre agli stereotipi del melodramma, ma rimane agile, nonostante tutto. La recensione…

12 Gennaio 2025 9:00
  • Fotografia

Other Identity #142, altre forme di identità culturali e pubbliche: Kristina Rozhkova

Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…

12 Gennaio 2025 8:20
  • Mostre

Valentina Gelain e Bekim Hasaj: protagonisti in Finlandia con The Shell Cracked

Finalisti, entrambi, di exibart Prize N 4, Valentina Gelain e Bekim Hasaj presentano in Finlandia The Shell Cracked, un ciclo…

12 Gennaio 2025 0:02
  • Arte contemporanea

Raffigurare il desiderio: il “passo a due” di Beatrice Favaretto in mostra a Venezia

Negli spazi di Mare Karina è in corso la prima personale di Beatrice Favaretto. Il progetto Multiple Maniacs è un…

11 Gennaio 2025 18:00
  • Mercato

A Bruxelles c’è una fiera interamente dedicata alla ceramica

65 gallerie da 15 Paesi e la conferma di un mercato internazionale sempre più interessato alla ceramica moderna. Ecco che…

11 Gennaio 2025 16:38
  • Arte contemporanea

Luce, spazio e natura: una mostra di James Turrell nel deserto di AlUla

James Turrell protagonista di una mostra in Arabia Saudita, in attesa della sua prossima, visionaria installazione, scavata nella roccia del…

11 Gennaio 2025 13:10