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23
giugno 2016
Il reddito annuo in Inghilterra, per un artista, varia dalle 5 alle 9mila sterline. Spesso le retribuzioni sono saltuarie, o spesso si chiede di lavorare gratis in cambio della “mostra”. Lo sappiamo bene come funziona, ed è per questo che oltremanica si sono ben corazzati, e dopo tre anni di battaglie è nato il primo sindacato in difesa della categoria.
L’AUE è stato fondato per “Tentare di combattere le conseguenze delle misure di austerità e dei tagli alle organizzazioni artistiche, alle autorità locali, gallerie, e agli enti finanziati pubblicamente”, si legge nel sito, oltre che per tutelare i singoli lavoratori dell’arte. E così, dal 2013 a oggi, un gruppo composto tra gli altri da Angela Kennedy, Sally Sheinman, Katriona Beales, Theresa Easton, Chris Cudlip, Vanessa Maurice-Williams, Hayley Hare, Margareta Kern, Mary Vettise, Bridget Harvey, Donna Cheshire e Linda Sgoluppi, ha radunato intorno al tema oltre mille personalità, consce che mentre musicisti, scrittori, autori in genere, hanno enti in grado minimamente di tutelare, un artista è solo con le proprie opere, la propria poesia, e molto spesso con il “proprio” curatore o gallerista o critico, altrettanti personaggi “in cerca di sindacato”.
“Una nuova dimensione per gli artisti ora esiste. Questi lavoratori hanno ora un sindacato che li rappresenti, che lavorerà per una migliore retribuzione e condizioni, in tutta l’Inghilterra, lavorandoo insieme per sfidare il quotidiano sfruttamento, per essere rappresentati in modo indipendente e democratico e alzare il livello di vita”, si legge sul sito. Perché d’altronde, come recitava un manifesto, “Industry without art is brutality”. (MB)
Che idiozia: artisti lavoratori? Sindacati?
Questi non sono artisti, ma schiavi.
Tornare indietro di 600 anni.