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23
dicembre 2016
Durante la sua campagna elettorale Donald Trump ha cambiato idea sugli armamenti nucleari almeno quattro o cinque volte: “Quel che preoccupa è il proliferare delle armi atomiche”; “Perché non consentire a Giappone, Corea del Sud e Arabia Saudita di costruire un proprio arsenale nucleare”; “Se l’Isis ci attacca perché non buttare l’atomica”; “No, non userei armi nucleari, ma nulla si può lasciare fuori”.
E oggi, dopo l’incontro con una delegazione di alti ufficiali delle Forze Armate nel suo resort di Mar-a-Lago in Florida: “Gli Stati Uniti devono rafforzare ed espandere notevolmente la propria capacità nucleare fino a quando il mondo non riprenderà coscienza per quanto riguarda il nucleare”. Coscienza di cosa? Che basta un pazzo a capo del mondo a voler premere un pulsante e mezzo pianeta se ne va al Creatore? Bah.
Ancora una volta Mister Trump, se poteva esserci qualche dubbio, dimostra di essere qualche decennio lontano dalla storia, intrappolato dalla volontà di rendere sempre più grande questa America a cui ormai i suoi stessi panni vanno stretti. E pensa a roba davvero dell’altro secolo: gli armamenti. Certo, per una potenza come gli Stati Uniti anche questo è un argomento da tenere in agenda. Forte delle urla degli esaltati, di milioni di dollari spesi in missioni di pace che sono di guerra, di morti civili (e incivili). Macinando sempre la stessa, vecchia, storia. Per non dire altro. Proprio un anticipo di “Buon Natale”. (MB)