17 ottobre 2015

Che corruzione, sarà perché ti amo?

 
Dire che sembra incredibile è dire poco. Sembra che, ogni giorni di più, si faccia a gara per affossare la Capitale d'Italia (e con lei il Paese intero). Stavolta la storia viene da una ricerca Eures, e riguarda la corruzione. Grande amore tricolore

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La mamma, la pizza, il mandolino, gli spaghetti e la mafia. Non prendetevela se facciamo sfoggio di luoghi comuni. Perché se solo l’altro ieri osservavamo come l’Italia, seppur preda dei soliti disastri, sembra stia facendo di tutto per rialzarsi, ci sono poi dati che parlano da soli e raggelano.
Parliamo di corruzione stavolta, un grande amore italico da Mani Pulite in giù, che secondo una ricerca di Eures a Roma, negli anni che vanno dal 2009 al 2014, ha avuto un incrementino del 422 per cento. L’allarme arriva dal “Rapporto su profili e dinamiche della corruzione a Roma e nel Lazio”, su dati del Ministero dell’Interno. 
L’Italia? Vale un po’ meno: solo 181 per cento in più, in una bella gamma che comprende reati di pubblici funzionari e amministratori, ma anche semplici cittadini e imprenditori.
E dopo la corruzione è il reato di abuso d’ufficio a presentare l’incremento più significativo, ma anche il peculato, l’omissione o il rifiuto di atti d’ufficio e la concussione. Che bel quadretto dell’Italia che lavora!
Le soluzioni? Ci spiace, non ne abbiamo. Ma nel nostro piccolo, quando parliamo di arte e mercato, tante volte abbiamo invocato trasparenza e leggi che aiutino il rispetto del lavoro e non condizioni che incitino al denaro sporco. Certo, siamo bel lontani dalla corruzione, ma almeno in questo campo sarebbe un piccolo passo. Poi bisognerebbe indagare a fondo la passione degli italiani per questa pratica, e agire di conseguenza. Forse se questo aumento è stato esponenziale, gli estremi per metterlo in atto saranno stati quantomeno “sicuri”. O no? (MB)

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