Categorie: Il fatto

Che pasticcio, Roma

di - 9 Ottobre 2015
Ne sono state dette di tutti i colori, sul conto di Ignazio Marino, in queste ore. Dal doppio passaporto italiano/statunitense (cosa che gli permetterebbe di non pagare le tasse, perché residente in parte anche fuori dalla UE), al fatto che ha dato il via all’inasprimento delle multe, al “gettone” che gli sarebbe stato pagato per il viaggio negli USA in occasione della visita papale, fino alle troppe vacanze.
Il risultato è stato quello di un uomo messo alla gogna non solo mediatica, ma dal suo stesso partito, che le dimissioni forse le ha prese per sfinimento. Comprensibile. E più che altro ora, “affaire Marino” a parte, bisognerà vedere che ne sarà del futuro politico-amministrativo della Capitale, in un momento delicatissimo del suo presente, con i problemi ordinari che incombono e anche quelli straordinari, ovvero l’organizzazione del prossimo Giubileo, senza dover passare di nuovo da “Mafia Capitale”.
Marino, per certi versi paradossale, ha scritto una lettera ai romani, in cui ha dichiarato: «Mi dimetto per l’interesse della Capitale d’Italia, Quando mi sono candidato a sindaco l’ho fatto per cambiare Roma, strappando il Campidoglio alla destra che lo aveva preso e per cinque anni maltrattato, infangato sino a consentire l’ingresso di attività criminali anche di tipo mafioso».
Una sfida che secondo l’ex primo cittadino è stata vinta, con «grandi riforme avviate, bilanci non più in rosso, nuovi investimenti». Eppure qualcosa è andato storto, stortissimo.
E ora? Un poliziotto non eletto da nessuno salirà al potere ad accompagnare l’apertura delle Porte del Giubileo? Sarà lo stesso Prefetto Gabrielli, nei giorni scorsi alter ego di mille sfottò nei confronti del Sindaco, a governare? Lo scenario delle elezioni anticipate, proprio a causa del Giubileo incombente, sembra essere poco probabile.
Quello che invece se è visto in chiaro in questa vicenda è stata una sorta di effetto domino, una catena a reazione atta a provocare la dipartita di Marino: un muro forte e compatto di politiche, spesso anche antagoniste, incrociatesi per cacciare il sovrano. Una strategia, per una volta, davvero condivisa. E che forse getterà Roma, ancora per diverso tempo, con la faccia nel fango. (MB)

Articoli recenti

  • Mostre

Diffusa nel tempo e sperimentale, Private Atlas ripercorre a Milano 35 anni di ricerca e attività di Chiara Dynys

Per la prima volta BUILDINGBOX dedica una mostra monografica della durata di un anno a un’unica artista, Chiara Dynys: Private…

16 Gennaio 2025 0:02
  • Fotografia

Dentro Galleria Leòn, la nuova realtà bolognese dedicata alla fotografia

Sembra antico ma non è: la galleria diretta da Leonardo Iuffrida debutta con una bipersonale che richiama le suggestioni della…

15 Gennaio 2025 21:18
  • Teatro

Il genio di Vincent Van Gogh rivive in un musical: il debutto a Roma

Van Gogh Café Opera Musical: al Teatro Brancaccio di Roma, un nuovo spettacolo di Andrea Ortis che riporta il grande…

15 Gennaio 2025 16:45
  • Mercato

Sotheby’s inaugura la prima asta internazionale in Arabia Saudita con Botero e Magritte

I giganti del mercato mondiale in dialogo con il lusso e i capolavori degli artisti local, per un'offerta ovviamente glocal…

15 Gennaio 2025 15:51
  • Beni culturali

Boboli, un segreto ritrovato: il Giardino delle Camelie riapre al pubblico

Il Giardino delle Camelie di Boboli, un gioiello di arte e botanica, riapre stabilmente al pubblico dopo i restauri, con…

15 Gennaio 2025 14:19
  • Mercato

Il tavolo di Leoncillo, le piastrelle di Melotti. Tutto il design in asta da Cambi

Ci sono i grandi nomi del design italiano e internazionale in vendita da Cambi, a Milano. Sguardo in anteprima agli…

15 Gennaio 2025 13:17