06 settembre 2016

Chi ha paura della loggia?

 
Arata Isozaki, negli anni '90, vinse un concorso. Dove? A Firenze. Per cosa? Per una loggia agli Uffizi. E poi? Poi nulla, fino ad ora. E ora, appunto, il problema riaffiora. Chi ha paura del contemporaneo addosso all'antico?

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La questione sembra essere più che spinosa. Metti un architetto di fama mondiale in un paradiso del classico come gli Uffizi e si scatenerà, quantomeno, una bella incertezza. Sta accadendo a Firenze, dove si è rispolverato il progetto di una loggia per il celebre museo ideata da Arata Isozaki che ha vinto regolare concorso ormai anni e anni fa. 
Franceschini è sul chi va là: promette che ne parlerà con il sindaco Nardella, e che sarà una priorità di quello che è stato ribattezzato il “piano Firenze”. Dal canto suo, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, ha tirato entrambe le giacchette, ribadendo che – nel caso di un passo indietro di Comune e Ministero – si dovrà pagare comunque il lavoro mancanto all’archistar e, sommessamente, che la città perderebbe l’occasione di avere un contemporaneo fiore all’occhiello.
Già, il contemporaneo nel capoluogo toscano, pratica non proprio sconosciuta ma – viene da dire – finché si tratta di statue da mettere da una parte all’altra, o di installazioni temporanee, va bene; decisamente diverso è manipolare una struttura-simbolo con un’opera che la popolazione, e forse anche una parte degli adetti ai lavori, potrebbe rifiutare.
“Questa mi sembra una situazione un po’ fuori del normale; normalmente si fa fundraising per fare una cosa, ma nel caso del no alla loggia invece bisognerebbe farlo per non realizzarla. Siamo nella situazione in cui c’è chi ha vinto il concorso ed è stato stabilito che il concorso era regolare. Se la loggia non si vuole più bisogna spiegare come si giustificano le spese fatte finora per questo”, sono state le parole di Schmidt riprese dal quotidiano La Nazione. 
Insomma, bisognerà capire se l’intervento – ormai con le ragnatele – potrà rientrare in un piano che vuole mettere in prima linea la promozione turistico culturale della città, e i finanziamenti del CIPE dovrebbero finire alle fondazioni lirico sinfoniche, al Maggio musicale, al nuovo auditorium dell’Opera. L’architettura, e i suoi costi, vanno presi con le pinze. (MB)

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