27 marzo 2017

Contemporaneamente Italia?

 
A Firenze nasce, prima del G7 e delle operazioni legate alla cultura, una "card" che unisce 18 istituzioni dell'arte di oggi, in Italia, a 30 euro, fino alla fine dell'anno. Sei mesi spesi bene, da viaggiare in quel "museo diffuso"? Un piccolo primo passo verso un'ufficializzazione del tema "contemporaneo"

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Dal 1 giugno al 31 dicembre 2017 ci sarà la prima edizione di “Contemporaneamente Italia”: con trenta euro potrete vedere 18 istituzioni sparse per il Paese, che hanno come mission la promozione e la produzione dell’arte di oggi. Una cifra irrisoria per fondazioni, musei, Centri per l’arte e chi più ha più ne metta, assolutamente imperdibili nel panorama della penisola. Iniziativa encomiabile, e lo diciamo senza ironia, sperando che la cifra irrisoria permetta davvero di fare un po’ di luce su quella nostra “arte contemporanea” che va tanto di moda da molte parti ma che viene ancora spesso percepita dal pubblico come un divertissement per adulti sfaccendati o per giovani un po’ eccentrici.
Da nord a sud potrete entrare nell’arco di questo periodo, a Torino: Fondazione Merz, Sandretto Re Rebaudengo, Castello di Rivoli; Milano: La Triennale, Fondazione Prada, Museo del Novecento, HangarBicocca; a Venezia: Fondazione Musei Civici di Venezia – Ca’ Pesaro e Palazzo Fortuny; a Bologna: MAMbo; Firenze: Museo del Novecento; Prato: Centro Pecci; Roma: Palaexpo, MAXXI, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea; Napoli: Madre; e infine a Nuovo, al MAN.
Ogni sede visitabile una volta.
“La Fondazione La Triennale di Milano svolgerà una funzione di coordinamento per gli aspetti relativi alla promozione e allo sviluppo della card. Ogni istituzione sarà titolare degli incassi derivanti dalla vendita delle card presso la propria biglietteria, impegnandosi a riconoscere l’accesso gratuito alla propria sede ai titolari delle card acquistate nelle sedi di tutte le Parti ovvero di tutte le realtà espositive coinvolte nel progetto”, si legge nel comunicato.
Che dire: splendido! Certo, i possessori dovranno preventivare che magari, per “spendere” tutto, bisognerà spendere qualche soldino in frecciarossa o giù di lì. L’Italia, come si osserva sempre per quanto riguarda la conservazione e anche per farci un po’ belli, è un “museo diffuso”, e anche il contemporaneo non fa eccezione: quel che troverete alla Galleria Nazionale non sarà di certo in Triennale, e il MAN è un luogo ben diverso dalla Fondazione Sandretto. Quel che è certo, almeno, è che non si potrà dire che stavolta non ci si è – almeno timidamente – provato. E che ora, se davvero qualcuno ha a cuore la questione, che ci provi. La curiosità non ha mai ucciso nessuno, a parte qualche gatto che forse non amava nemmeno tanto il contemporaneo. (MB)

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