12 marzo 2016

Cuba, domani

 
Relazioni sempre più sciolte tra l'isola caraibica e il resto dell'Occidente. Stavolta, a prendere accordi, è l'Europa. Che firma un intesa per una nuova "diplomazia economica"

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Come sarà, nei prossimi anni, la cara e vecchia Cuba non si può ancora prevedere. Fatto sta che dopo la distensione di nervi con gli Stati Uniti, stavoltà è l’Europa a compiere un passo verso i Caraibi, in nome di una natura che non poteva che essere economica.
L’Unione europea e Cuba hanno firmato, infatti, a L’Avana un accordo bilaterale che normalizza le relazioni e rafforza il ritorno dell’isola sulla scena internazionale. E per l’Italia, a siglare la firma, Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dal novembre 2014, per una intesa che dovrebbe aumentare il potere commerciale con l’isola, proprio perché l’Europa è il secondo partner in fatto di scambi, di Cuba. Secondo dati comunitari, un terzo dei turisti accolti dall’isola ogni anno giungono dall’Europa, e – se non per questo, di certo non in ultimo, la commissione europea ha stanziato aiuti a favore del Paese caraibico per 10 milioni di euro. Un’inezia, ma che da quelle parti servirà a modernizzare l’amministrazione pubblica.
E se tra pochi giorni si attende la visita di Obama, nonostante l’embargo, la Mogherini ha commentato a riguardo: «L’embargo americano è completamente obsoleto. Il blocco è una misura che appartiene a un altro secolo. Ora le priorità sono dialogo e cooperazione». E, parlandoci chiaramente, la voglia di creare una nuova appendice “vergine” alle leggi dell’Europa e degli Stati Uniti, sotto tutti i punti di vista. In primis, quelle del turismo. Cuba, paradiso di ieri, e villaggio vacanze di domani? (MB)

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