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Sono tutti insorti, a destra e a sinistra, per le statue coperte ai Musei Capitoli, per tutelare il passaggio di Rouhani che alla fine, dopo aver ringraziato, ha anche twittato un “ciao”.
Però, si dice, ne è valsa la pena visto tutti i denari che entreranno grazie ai nuovi accordi sottoscritti tra Italia e Iran. Applausi? O incazzature? Scegliete voi. Certo che l’ultima mossa del “Paese della Cultura” non è passata inosservata sulla stampa internazionale, con il New York Times che ha titolato “L’Italia copre i proprio gioielli”.
Chissà se l’America l’avrebbe fatto, accogliendo qualche leader. Ad ogni modo, c’è da giurarci, i colpevoli di questo gesto a dir poco gretto, forse resteranno impuniti. Lo sappiamo già, vero, ma c’è stato un altro caso tutto italiano che mostra come si operino – nel piano gestionale – due pesi e due misure. Un’altra azienda pubblica, la RAI, ha invece dimostrato tutto il suo pugno di ferro contro il dirigente che ha fatto anticipare lo scoccare della mezzanotte nella diretta TV del 31 dicembre: sarà licenziato, per un minuto di anticipo. Ora, che sia una “manomissione” di servizio pubblico ci può anche stare, ma allora come definire l’accaduto dei Capitolini? Revisionismo storico? No. Falso pubblico? Nemmeno. Forse una specie di codardia?
Forse il fatto che ci dimentichiamo, e ci vergogniamo, di dover essere – perché questa è la dimostrazione che la strada per esserlo è ancora lunga – un Paese civile. Perché non siamo orgogliosi abbastanza, forse.
Perché siamo pronti a schierarci con i potenti, a qualunque frangia appartengano. Lo abbiamo visto anche nella storia del Novecento, con i bei risultati che conosciamo. Complimenti: sia per la facilità con cui è stato messo in atto il tutto, e con la facilità con cui si fa scaricabarile, sia per la pedanteria nel distinguere le 23.59 da mezzanotte. Oggi c’è da guardarsi parecchio allo specchio. (MB)
…forse un po tardi per guardarsi allo specchio…
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