24 ottobre 2016

E dove li mettiamo ora?

 
La "giungla" di Calais, la macchia nera di Francia (e Inghilterra) sta per essere sgomberata. Un lavoro pulito, tra lo sporco, che forse non servirà a un bel niente, se non ad aumentare tensioni ed esasperazioni. In attesa di quale collocamento?

di

Lacrimogeni contro lancio di sassi; la promessa di non utilizzare nessun mezzo coercitivo, ma i poliziotti sono mille contro circa 8mila persone stimate. Non è poco per mettersi contro a un’umanità che di finire i proprio giorni nella giungla di Calais non aveva di certo voglia. Ma il Regno Unito, dove volevano arrivare, non ci pensava (almeno fino a ieri) nemmeno, e la Francia li ha tenuti qui mentre Hollande ora ha deciso di smantellare il campo offrendo una soluzione di rialloggio ai suoi abitanti. Che verranno smistati verso altre destinazioni. Quali non si sa, ma alcune associazioni tale decisione non farà altro che peggiorare la situazione, perché sicuramente ora, nella “giungla”, i migranti possono disporre di un minimo di servizi, come l’acqua corrente e ottenere del cibo. 
Dal ministero dell’interno, invece, è passato il messaggio che agli abitanti di questo ultimo ghetto della storia, verrà spiegato quali altri soluzioni offre il Paese. Quali? Per un migrante, in Francia? La risposta è un eufemismo.
E allora quella che diviene una dimostrazione di potere (ma perché ora? E perché è nata la giungla, area che ha dato prova del più distopico mondo europeo), sempre per il Governo d’Oltralpe diviene una sorta di piccolo trasloco: solo per quei migranti in situazioni molto precarie e per i minori, l’evacuazione del campo sarà più rapida, con un’attenzione particolare per i minori abbandonati. E il Regno Unito ha promesso di accoglierli, in caso grandi e piccini dimostrassero di avere familiari che risiedono lì.  
L’esodo nell’esodo, nascondendo la polvere sotto il tappeto. (MB)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui