Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Uno studio condotto dal personale della Queen Mary University di Londra sostiene di aver scoperto l’identità di Banksy utilizzando la “profilazione geografica”, una tecnica solitamente usata per incastrare criminali seriali. L’artista, in realtà, si chiamerebbe Robin Gunningham. Gli scienziati hanno cercato quella che si pone come una correlazione tra oltre 140 interventi murali tra Londra e Bristol, attribuiti appunto a Banksy, e 10 nomi – tra i più diffusi – che nel tempo hanno tentato di identificare il misterioso artista di strada.
Le probabilità, insomma, intreccerebbero la location di residenza con altri punti salienti, come le frequentazioni di un pub, di un campo da gioco, e con un indirizzo di residenza a Bristol, e tre a Londra.
Così, insomma, sarebbero dieci “candidati” Banksy (sotto tiro dal 2008) ma Steve Le Comber, biologo e co-autore dello studio, avrebbe riferito alla BBC che vi è un solo, serio, sospettato.
Vabbè, ma ad un certo punto, perché rivelare l’identità dell’Uomo Ragno, giusto per citare un personaggio vicino al volto misterioso dell’artista?
Gli autori dello studio sostengono che il punto non è scoprire l’identità del writer, ma di utilizzare l’identificazione di Banksy come un esempio di quello che la profilazione geografica può contribuire a fare nei confronti dei criminali veri. Sarà. E potrà anche essere voyeuristicamente interessante, ma noi Banksy lo vorremmo continuare a tenere come lo conosciamo: anonimo e brillante! (MB)