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Quanto costa abbracciarsi sotto la torre di Rabat che celebra la memoria dell’ex re Hassan? Fino a tre anni di reclusione. Tanto rischia la coppia gay “colpevole” di essesi “lasciata andare” e arrestata dalla polizia marocchina con l’accusa di esibizione impudica. Non solo: il canale televisivo Al Aoula, ha fornito le identità dei due uomini, mostrando anche le loro fotografie. Al diavolo insomma la privacy (fosse solo quello il problema) e un futuro almeno “normale” in un Paese a larga maggioranza musulmana. Dopo le parole dell’alto prelato Monsignor Parolin, che all’indomani della vittoria del sì alle unioni gay in Irlanda, bollate come “sconfitta dell’umanità”, saranno contenti quelli della medesima risma, nel punire i peccatori, come è stato fatto la settimana scorsa al Gay Pride di Mosca: annullato.
Ma non è finita: il doppio arresto arriva a poche ore dal fermo e dall’espulsione di due ragazze francesi, aderenti al movimento Femen, che a seno nudo avevano manifestato, simulando un bacio, a favore di diritti degli omosessuali. Diritti che anche in questo caso si prevedono lunghissimi ad arrivare, se non impossibili, anche se anche in Marocco nelle ultime settimane è stato forte il dibattito sulla condizione omosessuale, da molti attivisti dei Diritti dell’Uomo ritenuta oggetto di inaccettabili repressioni. D’altronde se un abbraccio costa tre anni di galera, quando mai potremmo parlare di uguaglianza? (MB)