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Tsipras ha fatto il bravo, e ha dei piani per il suo Paese: risparmi su pensioni, innalzando l’età dell’addio al lavoro a 67 anni entro il 2022. Basta con lo sconto Iva alle isole entro il 2016, aliquota aumentata al 23 per ento per ristoranti e al 13 per gli alberghi e i tagli alla difesa di 300 milioni, entro la fine del 2016. E poi tasse sugli armatori, imposta sui beni di lusso che passa al 13 per cento, e quella sulle imprese che va al 28 per cento.
Il Premier li ha spiegati al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, a quello della Bce Mario Draghi, alla direttrice del Fmi, Christine Lagarde, e il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem.
Una Grecia nuova, dalla testa ai piedi, che pare sia piaciuta ai “capi” d’Europa, meno però ad Angela Merkel, specialmente per quanto concerne l’affidabilità di queste misure.
Non ha perso tempo, invece, il nostro Premier Matteo Renzi a rivendicare – al ministro irlandese Enda Kenny che «L’Italia ha messo in fila una serie di riforme – e che – non c’è nessun Paese in Europa che ha fatto così tante riforme in così poco tempo». La Grecia, secondo Renzi, dovrebbe prendere esempio da noi? O noi dovremmo prendere esempio dalla Grecia e rimarcare un aut-aut (nel caso in cui succedesse il peggio) sul filo del rasoio? Intanto anche Hollande, ha giudicato le proposte greche «serie e credibili» e le borse, ieri, sono tornate a salire.
Ma vuoi vedere che questo “No” urlato aprirà dei nuovi sì? E forse anche la convinzione che a “pagare” siano sempre alcuni, nonostante la volontà dei nostri vicini di restare nell’euro, avendo fatto carte false per entrarci.
E visto che per uscirci è troppo tardi, l’unica è giocare la carta della mediazione. Se Tsipras ci riuscirà sarà stato davvero il politico del futuro. E un salvatore quasi dall’aspetto di Robin Hood. (MB)