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22
ottobre 2016
I vostri dati sabotati, dopo che siete stati osservati, censurati, e anche invasi da pubblicità mirate? Of course! Merito di hacker globali, che nella giornata di ieri si sono scatenati tra Twitter, Spotify, Cnn, New York Times, Financial Times, Boston Globe, The Guardian, Netflix, Airbnb, Visa, eBay e Reddit, rimasti al buio per ore, visto che l’attacco è stato causato all’infrastruttura server del web-hoster Dyn, con base nel New Hampshire. Tre gli attacchi, con l’FBI che ha dichiarato che “tutte le possibili cause” dell’accaduto saranno messe al vaglio.
La tecnica usata è stata quella più comune della “saturazione”, ovvero quando un sito viene investito da uno tsunami di richieste di accesso cui non riesce a fare fronte e quindi è di fatto posto off-line.
Anche PayPal, il sistema di pagamento online, nella serata ha riferito di aver subito interruzioni nel suo servizio a causa dell’attacco hacker su Dyn che ha causato problemi di rete.
Insomma, non si può più pagare, non si può ascoltare musica, non si possono leggere i giornali, non si possono prenotare alloggi, scaricare film, e gli attacchi informatici hanno lasciato anche il segno anche sulla campagna presidenziale degli Stati Uniti con la pubblicazione effettuata da WikiLeaks di migliaia di e-mail di manager vicini a Hillary Clinton. Come diceva Venditti, “in questo mondo di ladri”. Di informazioni, ormai. Per farci capire, anche, che forse dovremmo pensare a una soluzione per essere meno vulnerabili, da quello schermo che ci semplifica la vita. (MB)