L’arte è indotto, ma il turismo di più. Ma non erano collegate le materie, un tempo? Forse sì, ma dal Mibact l’occhio sul turismo italiano (fonte degna del Ministero dell’Economia e delle Finanze, se fosse sfruttato a dovere) è sempre più vigile.
La novità, per esempio, è arrivata con una legge che ha eliminato il cosiddetto “parity rate”, ossia le clausole che vincolano gli alberghi a non offrire, sia on line che off line, le proprie strutture a prezzi e condizioni migliori rispetto a quelle pubblicate sui portali di prenotazione delle agenzie di viaggio on line.
Manna per i visitatori, che segue un emendamento promosso anche in Francia, lo scorso luglio.
Si rompe, insomma, la vecchia storia dei prezzi gonfiati dalle agenzie di viaggio online e dalle loro commissioni? Sì, e in teoria ora sarà più semplice disciplinare i rapporti tra piattaforme di prenotazione e albergatori, che avranno il diritto di determinare liberamente le condizioni di offerta dei propri servizi nei confronti del consumatore finale.
«Ora che Francia e Italia hanno scelto la strada del divieto della clausola del parity rate anche i colossi globali dell’offerta alberghiera online non potranno che tenere conto della scelta di due Paesi che insieme rappresentano il più grande mercato mondiale del turismo», ha dichiarato il Ministro.
Una decisione che porta una sorta di nuovo “libero mercato” agli albergatori italiani e alla loro libertà imprenditoriale per offrire ai clienti accordi o tariffe appropriate. E determinare, così, un incremento bello e buono delle presenze. Un decreto “salva Italia” a tutti gli effetti? (MB)