Ermenegildo Zegna iniziò in tempi non sospetti nella sua Trivero (Biella) creando quella che oggi è la splendida oasi per i suoi concittadini. Poi c’è stato David Packard, figlio del magnate americano della tecnologia che ha messo le mani su Ercolano (e il risultato si è visto, con una salvaguardia e tutela che lo stato italiano, nella vicina Pompei nemmeno se la sogna). Poi c’è stato il “boss” di Tods Diego Dalla Valle, osteggiato in tutti i modi, ma che è riuscito a mettere (per fortuna!) le mani, e soprattutto i soldi, sul Colosseo in decadenza. E Aldo Osti che con 200mila euro rende possibile il restauro della Resurrezione di Piero.
Barilla, per riprendersi dall’impeachment sulla famiglia omosessuale «che non rispecchia i valori dell’azienda», aveva fatto invece pubblicare sul New York Times una serie di vignette firmate da Nicholas Blechman. La più evocativa? Due farfalline che si tengono per mano, con una bandierina arcobaleno, redarguite da una grande penna rigata. Se Freud fosse vivo avrebbe di che sbizzarrirsi. Anche sulla psiche di questi grandi potenti che, a turno, si scoprono filantropi. L’ultimo della lista, che ha presentato il suo progetto al Piccolo Teatro di Milano? Brunello Cucinelli, con “Per la bellezza”. Che cosa prevede il piano? Tre parchi ai piedi del borgo medioevale di Solomeo, che Cucinelli restaurò nel 1985 per farne la sede della sua azienda: «Non verrà chiusa alcuna fabbrica in attività. Quattro capannoni erano già in vendita e i titolari dei due adibiti allo stoccaggio hanno accetto di trasferirsi in una zona industriale poco più a valle». E così non si spodesta nessuno, ma anzi, si darà man forte all’economia green con il Parco Agrario: settanta ettari di terreno destinati a orti, vigneti, oliveti e frutteti oltre a coltivazioni di grano, mais e girasole che riforniranno la mensa dell’azienda e la gente del paese. Verrebbe da dire “carità cristiana”, e infatti Cucinelli cita San Paolo: «Ci dice di unire il progetto con il dono. Si raccomanda di non essere gelosi della proprietà». Comunista, allora!
Che grandi cuori questi ricchi. O forse un portafogli così gonfio che, come azione catartica in odore di maturità o vecchiaia, obbliga a diventare Robin Hood di sé stessi.