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10
febbraio 2017
L’indagine è partita da La Stampa: pare che il Bonus Cultura, a cui avevano diritto circa 540mila 18enni nel 2016, sia stato un mezzo flop. Anzi, diciamo pure un buco nell’acqua totale, visto che sembra che solo il 6 per cento dei neomaggiorenni abbiano riscattato il premio.
La colpa? Di complessi meccanismi di registrazione, come per esempio l’ottenimento della certificazione dell’età digitale (con il sistema informatico dello SPID) e con la 18APP, piattaforma studiata dal Governo per rilasciare il regalo alla cultura. E poi, ancora, pare che librerie, cinema, teatri, musei, negozi musicali e rivenditori di biglietti si siano ben guardati dall’aderire all’iniziativa: secondo La Stampa, infatti, a garantire l’erogazione di questo buono per le nuove generazioni sarebbero in pochi: in 7 comuni su 8 non c’è un solo esercizio aderente. E allora via, prolungamento dei termini per la richiesta, e i giovani che – in cambio del corrispettivo in denaro – ha iniziato a vendere i bonus online.
Ci risiamo? La bella favola dei premiati che trova il vuoto ad accoglierli? Azzardiamo un paragone che ci frulla nella testa da parecchio, e che riguarda il cinema. Ogni settimana il Ministero resoconta dei grandi successi dell’iniziativa “Cinema2day”. Bene, peccato solamente che la stragrande maggioranza dei cinema che aderiscono (gli UCI) si trovino ben al di fuori dei centri urbani, con il conseguente spopolamento delle vecchie sale (che però, per certi versi, sono tutelate nelle loro caratteristiche architettoniche e preservate dal Ministero). Ancora una volta, sembra, si faccia la politica del monumento sul “piedistallo vuoto”. Di pubblico. Perché da una parte non ci sono “promozioni” e dall’altra mancano i servizi. Come la mettiamo? (MB)