Categorie: Il fatto

Il conto salato

di - 8 Ottobre 2015
“La prima gallina che canta ha fatto l’uovo”, dice il proverbio. Dunque se tanto ci dà tanto, la restituzione dei 20mila euro da parte di Ignazio Marino al Comune di Roma è indice di una evidente malafede.
O forse sono i romani in primis che, finita la fiducia nel loro primo cittadino, non vedono altro in lui che un capro espiatorio per i problemi della Capitale?
La storia delle cene con la carta di credito, più che un problema di trasparenza politica (si tratta in fondo di 20mila euro, roba che nei municipi delle grandi città si spendono solo per tenere la luce accesa) evidenzia da un lato il nervosismo che accompagna il Sindaco, dall’altro l’estenuazione dei cittadini stanchi del “magna-magna” e delle opere (elementare amministrazione) insolute in città.
Marino ha spiegato che pagherà di tasca sua tutte le spese sostenute per la sua rappresentanza, e rinuncerà anche alla carta di credito intestata al Comune.
“Di che cosa si preoccupano oggi i romani? Dei rifiuti, dei trasporti pubblici o degli scontrini delle mie cene di lavoro? Sono convinto che la maggioranza dei cittadini sia interessata ai problemi di Roma. Ma non è mia abitudine eludere i problemi e sono stufo di tutte queste polemiche”, ha scritto il sindaco in una nota.
Incalzando: “Ho già dato mandato alla Ragioneria di calcolare questa stessa notte al centesimo le spese di rappresentanza pagate con la carta di credito e domattina staccherò l’assegno per l’intera cifra, ivi compresi quei 3mila e 540 euro investiti nella cena con il mecenate Usmanov, arrivata alla fine di una serie di incontri che hanno portato nelle casse del Campidoglio due milioni di euro, grazie ai quali stiamo restaurando, tra l’altro, la fontana del Quirinale”.
Insomma, Marino tradisce un bel mal di pancia, ma non si dimette e guai a usare la parola “restituzione” dei soldi: nelle sue comunicazioni dal Campidoglio si parla di “regalo”.
Intanto la Magistratura indagherà su questo nuovo caso, sollevato da Fratelli d’Italia e 5 Stelle, per una volta compatti contro il “nemico”. Vedremo se risulteranno anomalie: quel che è certo è che ancora una volta tra Mafia, cene, inviti e famiglie, a Roma si consuma sempre di più uno sfilacciamento di fiducia. Anche da parte della politica, verso i cittadini. (MB)

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