Categorie: Il fatto

Il mondo vale 100 miliardi

di - 14 Dicembre 2015
Il testo storico firmato dai big del mondo alla COP21 di Parigi mobilita qualcosa come 100 miliardi di dollari all’anno, da qui al 2020. Una cifra esorbitante per fermare l’avanzata dell’inquinamento, per contrastare il cambiamento climatico, per mettere una pezza su quel mondo che – in parte – ha già avuto la sua bella metamorfosi in una manciata di decenni, cosa che la natura, da sola, non è riuscita a fare in milioni di anni.
Ma andiamo avanti? A che serviranno tutti questi soldi? Per esempio ad evitare che il globo si surriscaldi di un altro grado e mezzo, ma pare anche che il protocollo faccia un po’ d’acqua, per restare in tema: «Gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni non sono sufficienti, e l’accordo di Parigi non fa nulla per cambiare questa cosa. Se davvero vogliamo raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro la seconda metà del secolo, dobbiamo azzerare quelle delle fonti fossili entro il 2050», ha dichiarato il direttore esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo. Già, quelle fonti fossili in declino in tutto il mondo ma che continuano ad attrarre capitali ed investimenti in mano a ristretto numero di compagnie mondiali, che perderebbero potere se davvero il rinnovabile trovasse la stessa estensione.
La plenaria di Parigi, insomma, è stata un buon punto di partenza per una discussione, ma i primi risultati al tappeto, in una nuova conferenza globale, sono previsti nel 2025. E hai voglia a far passare acqua sotto i ponti, sempre sperando che non sia quella dovuta all’innalzamento degli oceani.
Perché è verissimo che sia necessario legiferare, che si attuino tutte le condizioni indispensabili per smettere il vecchio (leggi il fossile) e iniziare il nuovo (sostenibile e rinnovabile), ma è altresì vero che – come ha ricordato Naidoo, «dobbiamo mobilitare un numero ancora maggiore di persone per liberarci dei combustibili fossili e costruire un futuro alimentato dalle energie verdi. Il nostro destino sarà deciso nei prossimi anni dal coraggio collettivo della nostra specie». Che sarà quello di sfidare la corrente. (MB)

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