Categorie: Il fatto

Il museo è la città |

di - 3 Marzo 2017
Dopo “BookCity” e “PianoCity”, dedicati a libri e musica, da oggi a Milano si apre la prima edizione di “MuseoCity”. Terna! O forse Tombola! Perché se l’iniziativa avrà lo stesso successo delle due sorelle nate prima, allora Milano avrà forse vinto, per ora, la sua partita con la cultura.
In barba a chi parla di mainstream la mappa dell’Osservatorio sarà presentata domani a Palazzo Reale, e secondo i sondaggi il 70 per cento dei turisti che oggi arrivano a Milano lo fanno per scopi culturali, e di moda. Basta business, o almeno i soldi sono fuori dalle classifiche, anche se poi l’indotto culturale non è di certo uno scherzetto da sottovalutare. Milano, lo diciamo da tempo, si sta riconvertendo a meta del life-style senza berci sopra come negli anni ’80, ma in maniera più consapevole. E in effetti i numeri della nuova “scoperta” parlando da soli: un museo ogni 16mila persone.
Secondo il Corriere però c’è un altro dato da tenere presente: 58 musei, il 68 per cento del totale, si trovano in centro storico. Un dato di fatto che però è imprescindibile da ogni città italiana, e non è un caso che il Mibact infatti stia spingendo interventi verso le periferie. Eppure, a ben guardare, anche in questo caso Milano smentisce: pensiamo a Prada, Hangar, Mudec. Pensiamo all’Armani Silos, alle gallerie di via Ventura, al polo di via Stilicone, alla Fabbrica del Vapore (dove sono finiti i bandi per la riassegnazione degli spazi?): sono tutti ben oltre la cerchia dei bastioni.
Milano, insomma, è diffusa. E lo vuole dimostrare anche l’iniziativa “Invisibile”, per portare i visitatori nelle case dei collezionisti privati, che contengono il 13 per cento del patrimonio presente in città.
Ma per ora iniziamo con 70 sedi tra musei e case-museo, atelier d’artista e musei d’impresa, senza contare che il 5 marzo, prima domenica del mese, tutti i musei civici e statali sono a ingresso gratuito per la consueta iniziativa voluta da Franceschini.
In tre giorni, insomma, da “Il Museo Segreto”, l’iniziativa che vede il coinvolgimento di più di 60 realtà, ognuna delle quali espone un’opera delle proprie collezioni poco nota, fino alla Galleria Campari di Sesto San Giovanni che aprirà per mostrare come l’aperitivo abbia stregato negli anni anche i colori e le forme di Fortunato Depero e Ugo Nespolo, dalla Collezione Branca allo splendido Kartell Museum, fino al Museo Storico dell’Alfa Romeo, «Milano vivrà per tre giorni come un grande, inconsueto Museo diffuso spalancato alla città», ha commentato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. E, ancora una volta, siamo convinti che questo sia il miglior biglietto da visita per una metropoli internazionale che si voglia definire tale, senza dimenticare la propria identità. (MB)

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