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Una cifra enorme, spropositata. Una cifra pazzesca per uno dei più grandi musei mondiali: il Met di New York. Che succede? Succede che l’indotto generato dall’istituzione, nel 2015, è pari a 946 milioni di dollari.
Lo studio è stato realizzato da un’agenzia di ricerche sul mercato, afferente al museo, che ha dichiarato che il merito è dell’arte, e di tre mostre in particolare: quella dedicata alla Cina, la commissione del Roof Garden affidata a Pierre Huyghe, che vi avevamo raccontato anche noi durante la Frieze Art Week, e Sargent con i suoi ritratti.
Il sondaggio ha richiesto tre mesi di lavoro, durante i quali al Met sono entrate due milioni e mezzo di persone, di cui il 74 per cento stranieri o residenti fuori New York, e di cui l’83 per cento di questi ha pernottato nella Big City almeno una notte: il beneficio fiscale diretto, per la metropoli, si è misurato così in 94,6 milioni di dollari.
Usando una scala da zero a dieci, il 54 per cento degli intervistati ha dato poi un 8 alla domanda su quanto fosse importante l’istituzione nella loro decisione di visitare la città.
Certo, va da sé che il sondaggio se lo è fatto il museo stesso, ma è piuttosto difficile discutere su numeri così enormi. La lezione da imparare? Facciamo senza ripeterla, perché tanto l’Italia non è l’America e il Metropolitan noi non ce l’abbiamo. Ma la possibilità di fare mostre da mille e un museo ci sarebbe? Chi dovrebbe dare una mano tra destra, sinistra, privati, pubblici, mecenati e lungimiranti cittadini affezionati? E quanto invece ricade sulle città, dagli incassi dei nostri musei? Come imparare a sedurre il pubblico davvero, e non con un biglietto gratuito? (MB)