03 marzo 2016

Informazione “gonfiata”

 
Nasce un altro immenso gruppo editoriale in Italia, che comprenderà quotidiani di prim'ordine e il settimanale più conosciuto: L'Espresso. Senza rischi di "uniformare" l'informazione?

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Dopo la maxi operazione di Mondadori nell’acquisire RCS Libri, in Italia si profila un nuovo accorpamento che già i media hanno definito un “super polo dell’editoria”. 
La fusione riguarda il gruppo Ideti, che pubblica La Stampa e il Secolo XIX, il Gruppo L’Espresso, con La Repubblica e numerosi quotidiani locali.
Ancora un anno di tempo (il nuovo mega nome dell’editoria nascerà nella primavera 2017), ma che profila un altro cambiamento nella stampa italiana, e avrà come primo azionista la Cir della famiglia De Benedetti al 43 per cento, Exor e la famiglia Perrone al 5 per cento ognuno, e il resto sarà quotato in borsa. 
In parole povere, al di là delle “famiglie”, un affare che porterà sotto un unico tetto qualcosa come quasi 6 milioni di lettori giornalieri, 2 milioni e mezzo di utenti unici sui siti rispettivi, e un giro di affari stimato in 750 milioni. E, ancora una volta, l’idea che si stia formando il secondo monopolio (e forse l’ultimo) del settore giornalistico della penisola. 
John Elkann e De Benedetti, ovviamente, gongolano: «Guardiamo al futuro annunciando questo avvincente progetto imprenditoriale nel mondo dei media, guidando e anticipando i cambiamenti che continueranno a emergere a ritmo incessante nel nostro settore», ha dichiarato il primo, mentre per il Presidente de L’Espresso è la conferma di una crescita civile per il Paese. E il rischio di “livellare” il target, per esempio? O ancora, più eticamente, la correttezza di una singola campana, enorme? (MB)

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