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Nato come castello, o rocca, divenne villa di campagna del Duca Francesco I di Modena. Durante l’occupazione napoleonica, fuggito il duca estense, il palazzo fu venduto al conte Carlo Amabile Demarzit Sahuguet d’Espagnac e subì diversi passaggi e poi fu assegnato all’Accademia militare di Modena. Recentemente un restauro a cura della Sovrintendenza al patrimonio artistico di Modena ha reso visibili alcune sale al pubblico, e ora si sta studiando con il Mibact una nuova destinazione d’uso. Parliamo del Palazzo Ducale di Sassuolo, in provincia di Modena. E perché questa lunga digressione? Perché forse va all’antica residenza nobiliare il primato di museo italiano con le migliori “performance” in fatto di pubblico: più 70 per cento di ingressi e più 108 per cento di incassi dall’ultimo anno. Anche questa è una fotografia che esce dagli Stati Generali del Turismo di Pietrarsa, che racconta come i visitatori dei musei italiani siano cresciuti del 6 per cento rispetto al 2014, con un aumento degli incassi del 14 per cento. E, appunto, a crescere esponenzialmente sono stati i “piccoli”, quelli “insospettabili” e che fanno parte di quel museo diffuso italiano di cui tanto si parla a margine di promozione e tutela.
Ma in realtà, stando ai numeri che tira fuori il Ministro Franceschini, anche la “top 30” dei musei italiani è ha visto crescere in un anno gli ingressi del 29 per cento e gli incassi del 39. “Le riforme hanno portato alla nascita di un nuovo e più solido rapporto tra i cittadini e i luoghi della cultura di tutta Italia, dai più famosi ai meno frequentati”, è il claim di chiusura del rapporto. Quindi è tutto risolto, anche stando ai nuovi fondi annunciati? (MB)