19 novembre 2015

Isis psicosi

 
Non vogliamo sminuire nulla, e nessuno. Né chi ha condotto il blitz, ieri a Saint Denis, né chi fa informazione. Ma a che serve questa overbooking di paura se non fare da spalla a chi persevera la violenza?

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Ma vi siete fermati a leggere i titoli dei giornali, con un po’ di self control? Iniziamo. Allarme in Italia: San Pietro, Duomo di Milano e Teatro alla Scala i prossimi obiettivi dell’Isis; A Sait Denis sparati 5mila colpi, uccisa la mente degli attentati di Parigi; Professore ebreo accoltellato a Marsiglia: c’entra l’Isis; Aereo caduto nel Sinai: l’Isis aveva nascosto una bomba in una lattina; Isis annuncia: uccisi due ostaggi; Studentesse musulmane a Varese saltano il minuto di silenzio per Parigi, il Preside “Non dirigo un centro per il reclutamento di cellule per lo stato islamico”.
Potremmo andare avanti, ma ci fermiamo, con il consiglio di riflettere bene su quello che si prende per vero dall’informazione. L’onda anomala dell’Isis, se davvero tutto quello che si legge è ad opera dello Stato Islamico, sta sortendo perfettamente il suo effetto: disseminare una paura fottuta, insieme all’odio per chiunque porti fede islamica, estremizzare la xenofobia europea, gettare benzina sul fuoco di un’Europa – e un Occidente – già in fiamme.
Dovremmo far finta di niente? No. Dovremmo solo riflettere. Quanti umani conta l’unione europea? Quanti invece lo Stato Islamico? Davvero è ancora possibile che tutto questo non si riesca a fermare? Perché le fonti che dichiaravano gli attacchi alle basi su Raqqa pienamente riusciti sono stati smentiti dallo stesso Stato Islamico che ha dichiarato che la Francia ha bombardato solo luoghi deserti? Che guerra si sta combattendo? Quella di una informazione fallimentare, da tutte le parti, senza dubbio. E che mette al centro del fallimento di politiche di espansione e non solo il comune cittadino. Con i risultati che conosciamo. (MB)

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