Rispedito in Pakistan dopo 13 anni, si dichiara innocente, e la moglie lo spalleggia. Peccato che la stessa moglie, riportano le cronache, fosse regolarmente picchiata e accusata di voler “giacere” con l’infedele, e minacciata di dover portare il velo integrale. La storia di Aftab Farook, il 26enne magazziniere espulso lunedì dal Belpaese con l’accusa di essere un “aspirante combattente” dello Stato Islamico è un po’ paradossale e un po’ normale, di questi tempi.
Un immigrato di prima generazione che, forse scontento di questo nostro “modo di vivere” si lascia andare all’estremismo, programmando un attentato all’aeroporto di Orio al Serio, in questi giorni decisamente overbooking per le vacanze, e anche ad una enoteca del suo paese, Vaprio d’Adda.
Storie di ordinaria follia, di non-luoghi di quella padania dove già per un autoctono è difficile venire su, figuriamoci per un ragazzino che arriva da un mondo lontanissimo.
Poi ci si mette la cronaca della “normalità”: Farook era stato campione di cricket, come lanciatore, capitano della nazionale azzurra under 19 nel 2009. Questa, invece, sarebbe una storia di integrazione bella e buona e che dimostra come lo sport, così come l’arte e la musica, possano unire credo e idee. E invece no: secondo le indagini dei Ros di Milano emerge un individuo che nell’ultimo anno aveva passato molto tempo (fino a quattro ore nei giorni in cui non lavorava nel negozio di articoli sportivi) davanti al computer a guardare filmati violenti sui siti di propaganda jihadista, e aveva anche prestato un giuramento di fedeltà al Califfato. Vero non vero? Strano o esagerato? Ancora una volta chi è davvero l’altro da noi? E che fa? E soprattutto, perché? E rispedire al mittente un uomo senza attenuanti che cosa può servire alla nostra società? A stare tranquilli? Ma per favore. (MB)
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La cosa che colpisce come sempre è che si mette in risalto sempre il negativo, le migliaia di persone di altre culture che si integrano, partecipano alla vita sociale e rinnovano il paese vengono lasciate nei margini, dimenticate, si promuove sempre il "male" che così pare il "modello", verso cambiare visioni?