13 aprile 2015

La chiesa “utile” che vorremmo

 
Nessuna dismissione dei beni ecclesiastici, ma un utilizzo che consenta di contribuire un po' al risanamento del debito greco. Follia? Lucidissima, verrebbe da dire. Ogni riferimento alla Chiesa cattolica in Italia è voluto

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Che folle, grandiosa, lungimirante idea! La Grecia, stavolta, oltre ad essere la Cenerentola d’Europa, sarà anche il Paese che dovrà riconoscere alla Chiesa Ortodossa il grande pregio di divenire un “ente sociale”. Arriva infatti la notizia che il Vescovo Ieronimos, la massima autorità ecclesiastica della penisola ellenica, ha dichiarato che l’istituzione è pronta a sostenere lo Stato con i ricavi del suo patrimonio. Un grande regalo di Pasqua (caduta ieri) per il neo premier Alexis Tsipras, che non consisterà nella svendita dei beni, ma in un utilizzo circostanziato degli stessi, per generare ricchezza, e che vede tra i possibili progetti la costituzione di una società comune con il ministero delle Finanze a cui si potrebbe affidare la gestione di un tesoro che vale un miliardo di euro, per poi dividere gli incassi.
Nonostante non vi sia ancora alcuna ufficializzazione, non è una novità che la Chiesa Ortodossa abbia sempre sostenuto idee molto vicine a quelle di Tsipras, e l’offerta di collaborazione al governo dovrebbe consentire di utilizzare meglio questo patrimonio. Come? Per esempio affittandolo, convertendolo a uso turistico, e usando il ricavato per sostenere la finanza pubblica. Un (piccolo?) sogno che potrebbe cambiare la curva delle sorti della nazione al di là dell’Adriatico, e che aprirebbe un precedente anche in altri Paesi in difficoltà e che, dall’aiuto anche minimo della Chiesa in questa direzione, potrebbero ricavare moltissimo. Indovinate un po’ a chi stiamo pensando? Ogni riferimento a situazioni e fatti reali della penisola non è, stavolta, per niente casuale. (MB)

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