Categorie: Il fatto

La differenza | tra online e live

di - 10 Febbraio 2016
Contro stalker, contro hacker, contro bulli, contro spie, contro tutto e tutti coloro che vogliono “saccheggiare” il nostro mondo più prezioso: quello del web.
Si è creato per questo il Safer Internet Day, giornata per la “sicurezza” promossa da Microsoft e Google, passando per Facebook, Samsung e Twitter, e in Italia sono stati mille i ragazzi che hanno stilato, a scuola e con l’aiuto della polizia postale, un vademecum di tutela “da giovane a giovane”.
Il romanzo di fantascienza che continua ancora a ispirare, insomma, si è fatto realtà, e le campagne elettorali basate sulla sicurezza (rivolte principalmente al pubblico anziano), fanno quasi ridere alle giovani generazioni che devono imparare a essere scaltre nella nuova, e sempre più intricata, giungla del web, tra truffe, furti di identità, virus e problemi vari ed eventuali con cui i nativi digitali si trovano a fare spesso i conti.
Facebook, quasi saggiamente e probabilmente per la consapevolezza inconscia di aver provocato milioni di disadattati e problematici telematici, ha riportato che è necessaria una educazione online e offline.
E forse, un poco offline, bisognerebbe un po’ starci, perché anche nella nuova iniziativa di twitter si legge un alone un po’ schizoide: la nascita del “Trust and Safety Council” aiuterà gli utenti a sentirsi al sicuro ed esprimersi liberamente.
Google, poi, la butta sul commerciale: «Prendetevi due minuti ed effettuate il Controllo sicurezza: chiunque lo completerà entro l’11 febbraio otterrà 2GB di spazio di archiviazione gratuito su Google Drive, utilizzabile per Drive, Gmail o Foto». Che significa? Significa, anche, cedere il proprio numero di cellulare tra i dati che il colosso del web già ha a disposizione. E non è solo per la sicurezza.
Sappiamo tutti quanto e come la “connessione” sia diventata appendice del corpo umano, che i famosi impulsi da “altri mondi” arrivano tenendo in mano un piccolo schermo, ma la vita offline non ve la restituirà nessuno, e una volta messi a tacere social media e realtà virtuali non ci sarà nessun bullo da piccolo schermo che tenga.
Perché l’online, quando sparisce, diventa “live”.
E anche se è impossibile sottrarvisi, specialmente a certe età “difficili”, bisognerebbe imparare a non solo ad educare a entrambi i mondi, ma anche a scinderli. (MB)

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