27 gennaio 2016

La guerra dei confini

 
Che succederebbe se Germania, Austria, Danimarca, Svezia, Francia e Slovenia, per iniziare, chiudessero i loro confini interni? Che l'Italia, di nuovo, si ritroverà sola a gestire gli sbarchi del nuovo esodo. Con l'Europa che ritira la mano dell'accoglienza

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Tutti eroi, ma poi in fondo sarebbe meglio che ognuno stesse a casa propria. Ecco in parole povere il nuovo messaggio che arriva dall’Europa alla voce questione migranti.
Se Germania, Austria, Danimarca, Svezia, Francia e Slovenia decideranno infatti, per i prossimi 2 anni, di chiudere le frontiere bloccando la rotta balcanica, l’Italia si ritroverà a dover gestire un flusso stimato in 400mila unità di profughi.
Negli stessi panni la Grecia, altro Paese di mare, accusata di non gestire in modo adeguato il flusso che arriva ogni giorno sulle sue isole dalla Turchia. L’unico che sembra aver detto qualcosa di buono? Il Ministro Angelino Alfano, che ha ribadito che di certo non si può mettere filo spinato in mare. E che non è giusto alzare muri, creando una situazione “alla Dublino” di un mondo che non esiste più.
Sarà la paura di vedere l’Italia invasa, ma sul concetto si può essere decisamente d’accordo. 
Anche perché poi uno dei Paesi più “civili” d’Europa, la Danimarca, ha approvato a larga maggioranza la norma sul prelievo ai migranti, che prevede la confisca di denaro ed effetti personali di valore, “per contribuire alle spese di mantenimento e alloggio”, di oltre mille e 300 euro. Poco carino come trattamento a chi arriva senza nulla e il monito arriva anche dall’Onu: “Le persone che hanno sofferto per scappare dalla guerra e messo le loro vite a rischio attraversando il Mediterraneo o camminando per migliaia di chilometri devono essere trattate con compassione, rispetto e secondo tutte le norme stabilite nella convenzione sui rifugiati”, si legge in una nota rilasciata dalle Nazioni Unite e inviata al Parlamento danese.
Dov’è finita, insomma, la calda accoglienza al problema del nuovo millennio? (MB)

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