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17
settembre 2015
La paura che supera la fantasia
Il fatto
Arrivi a scuola, hai quattordici anni, mostri la tua invenzione da provetto ingegnere e zac! Scattano le manette. Stavolta a finirci in mezzo, nell'America delle pistole e delle stragi in classe, è stato un bambino. Che ora i grandi del mondo plaudono, in uno specchio tragicomico di una realtà alterata
di redazione
Possibile che la realtà superi la fantasia? Pane quotidiano, verrebbe da dire, specialmente nell’America terrorizzata dalle armi libere e scottata dal ricordo delle più recenti stragi, dalle scuole alle chiese.
Anche stavolta, infatti, ci troviamo in una scuola, ma il “terrorista” in questione ha 14 anni e compie il grave errore di portare un orologio digitale “fai da te” in classe. E subito un autorevole professore fa scattare l’allarme bomba. Per il piccolo Ahmed scattano le manette e risolto, poco dopo, il fraintendimento, scoppiano le polemiche e il sostegno.
Si parla di islamofobia, e lo dice a chiare lettere anche la famiglia del giovane, di razzismo e dalla casa Bianca non solo il Presidente Obama ha invitato il piccolo a corte con la sua creazione, ma il portavoce Josh Earnest, in una nota sul caso, dichiara che “I suoi professori hanno fallito con lui”.
In difesa del piccolo anche Mister Facebook Mark Zuckerberg: “Il futuro del mondo appartiene ai ragazzi come Ahmed”.
Più pragmatica è stata Hilary Clinton, che ha ammesso che i sospetti e la paura non aiutano a costruire. Ecco, forse Ahmed ora, prima di mostrare le sue costruzioni ci penserà due volte, e non sarà un problema suo, ma nostro.
Un problema dell’Occidente intero, al tramonto, schiacciato dalla sua stessa angoscia nei confronti di un pericolo che assume i toni casalinghi di un bambino armato. Che, nel caso lo fosse stato per davvero, avrebbe forse ricevuto precise istruzioni dai “grandi” per evitare di far finire la storia con la polizia. Una fiction, insomma, che ha del surreale, che dà sui nervi (a pezzi) di un intero sistema dall’equilibrio psicologico labile. E con un potente senso di colpa, e rimozione di esso, alle spalle. (MB)