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Pare che Palmira sia stata riconquistata dalle milizie siriane, e che lo Stato Islamico abbia perso oltre mille soldati, finiti morti o feriti, e 19 carri armati, 37 veicoli da sfondamento, 98 pick-up, armi pesanti e oltre 100 mezzi. Lo sostiene il capo del dipartimento generale operativo dello Stato maggiore russo, generale Serghiei Rudskoi. Eppure l’ISIS, a quanto pare, continua a ricevere rinforzi da Mosul e Raqqa ma, come si suol dire, l’esercito dei “cattivi” ha i giorni contati. Almeno in apparenza. Almeno stando a quel che riferiscono i media.
Sarà “merito” di Donald Trump che ha spento un poco i riflettori sul Medio Oriente e gioca d’amicizia con Putin? Strana storia quella legata a uno “stato” che non ha mai avuto una base ufficiale, nomade e “povero” in mezzo al deserto, ma che è servito al “lancio” del terrore in Occidente, provocato dagli stessi nativi di Francia, Belgio, Germania…
E che ha inculcato anche, visto che ci occupiamo di immagini, un’idea di rappresentazione. Chissà, infatti, a che pensava Rod Stewart che – nel deserto di Abu Dhabi – ha simulato un’esecuzione il stile “taglio di gola” con gli amici, finito su Instagram in video e subito rimosso per aver scatenato l’indignazione di fan e non: volevano fare i Beatles che attraversano Abbey Road, ma poi sono passati a “Game of Thrones” e sono finiti – chissà come mai – a fare i miliziani con la vittima. Potere dei media, ancora una volta.
Lo stesso potere che porta Mahmoud Hassino, il primo blogger gay della Siria, a voler indire un concorso per “Mister Gay Siria”. L’open-call? Tra i ragazzi profughi e attualmente rifugiati in Turchia, Paese dal quale il vincitore – se mai si troverà – avrebbe il diritto di partecipare a Mister Gay World. Per scappare non solo dalla guerra, ma anche dall’omofobia. Sarà…potere dell’informazione. (MB)