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12
ottobre 2016
Il viaggio di Vladimir Putin in Francia prevedeva l’inaugurazione della Cattedrale Russa-Ortodossa e del suo centro culturale e la visita alla mostra “Icons of Modern Art: the Shchukin Collection” alla Fondation Louis Vuitton. Ma il presidente russo in Francia non andrà, e chissà se François Hollande se la farà da solo la presentazione, visto il “danno” l’ha provocato lui.
Già, perché non solo ha dichiarato che – nell’incontro con il presidente russo – i colloqui sarebbero stati “interdetti” sulla questione Siria, ma anche perché Hollande ha parlato della Russia come il Paese che ha commesso i crimini di guerra in Siria, sostenendo il bombardamento di Aleppo.
Questo anticipo di accoglienza non è stato gradito al Cremlino, che ha fatto sapere che la visita di Putin è caduta “fuori programma”, mentre la Fondation Vuitton si è rifiutata di commentare.
L’accadimento, insomma, oltre a mettere in pessima luce Hollande nella sua “gestione” diplomatica – ma anche qui ci possono essere sia i favorevoli che i contrari all’accoglienza dell’ultimo despota – presenta però un problemino non da poco anche per la Fondazione: la mostra, infatti, è stata frutto di una mediazione ad altissimi livelli diplomatici, annunciata già dal 2014 e uno degli eventi più importanti dell’anno della cultura russa in Francia.
Insomma, le 130 opere prestate dall’Ermitage e dal Museo Pushkin, icone di modernità, strappate dalle pareti della collezione dell’imprenditore tessile dai bolscevichi nel 1918, e successivamente divise per decreto di Stalin tra i due musei, continuano ad avere un pessimo rapporto con la politica. (MB)
Sono d’accordo sui contenuti. Però penso sarebbe preferibile fare in modo che il genere degli aggettivi concordi con quello dei sostantivi cui si riferiscono.