Grazie al Signor Juncker che ha applaudito l’Italia, per come ha gestito l’accoglienza. Grazie, ma lo sapevamo. In questo Paese sbrindellato, dove tutto sembra funzionare a rilento o a singhiozzo, forse l’empatia e il coraggio di mettersi in gioco sono uno dei tratti che sono rimasti. Un po’ come l’altruismo. Lo hanno dimostrato il lavoro dei volontari, e lo si è dimostrato anche al cinema, con la storia di “Fuocoammare” per esempio.
Peccato che se, forse endemicamente, forse da sempre, l’Italia non ha confini e tanta ricchezza è arrivata dal mare (insieme ad altre invasioni, chiaramente), non la pensano così molti stati dell’Europa disunita.
E se poi ci si mette in mezzo anche il capo della Guardia costiera libica che ha accusato alcune Ong di essere responsabili dell’aumento del flusso di migranti, allora è facile trovarsi tra due fuochi.
Il respingimento da una parte e l’incoraggiamento a fare una traversata di fortuna per un posto migliore dall’altra. In mezzo? L’Italia appunto, il primo approdo che molti migranti vedono come punto di passaggio, e che sono costretti a “sposare” forzatamente in attesa di raggiungere (come?) altre mete.
“L’Italia fin dal primo giorno fa tutto ciò che può fare sulla crisi migratoria. L’Italia ha salvato e salva l’onore dell’Europa”, ha riportato Juncker, aggiungendo che l’Europa deve essere più solidale sia con “Noi” sia con la Grecia, “che non sono responsabili della loro posizione geografica”.
E ci mancherebbe! E che, aggiungiamo, sono state la culla del mondo occidentale, fino a prova contraria.
E ancora, il Presidente: “Vorrei che un certo numero di Stati membri capisse: qui si tratta di mettere in pratica, e tradurre in legge, l’idea che abbiamo dell’Europa e dell’uomo”, ricevendo il plauso del Ministro Angelino Alfano: “Quello che adesso noi vogliamo, è che l’Europa nel suo insieme presidi meglio le sue frontiere e organizzi un sistema di intervento in Africa che impedisca le partenze”. L’orgoglio dell’accoglienza, proprio. Peccato per questo maledetto mare di mezzo! (MB)