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Strano, o forse passato in sordina, che in questi giorni di malissimo tempo non si sia parlato di tutela dei beni archeologici. Forse perché le zone interessate sono state per lo più al nord (e si pensa che qui ce ne siano di meno?), e per lo più i disagi sono stati a livello urbano. Ma che valore ha la tutela del paesaggio italiano? E cosa sta facendo il Ministero di Dario Franceschini a riguardo, oltre alle grandi opere per Pompei e l’idea di ripristinare il palco del Colosseo, solo per dirne un paio? Un’occasione per rispondere a questa domanda potrebbe essere proprio a Roma, dove FAI presenta il rapporto dei dieci anni del censimento nazionale “I Luoghi del Cuore”, ovvero l’invito che il Fondo Ambiente Italiano fa ad ognuno di noi chiedendo di documentare il proprio sito italiano preferito, per la sua tutela.
Un progetto “aggregante”, che dal 2003 ha raccolto un milione e 800mila segnalazioni per 31mila luoghi e messo a punto 45 interventi di recupero in 15 regioni, che hanno restituito a molti luoghi la bellezza originale. A partire dal censimento 2004, sono stati introdotti una cadenza biennale e la scelta di un tema diverso per ogni edizione, fino ad arrivare allo scorso maggio, con il lancio de “I Luoghi del Cuore”. Il dibattito è aperto, e oltre ad ascoltare i risultati, vorremmo conoscere anche qualche proposta in più, e sapere – non in ultimo – che ne sarà dei fondi europei che entro fine anno torneranno al mittente, per quella lista (molto lunga, purtroppo) di cantieri non appaltati in tempo debito. E che probabilmente resteranno in attesa di restauri.
Cuori spezzati.